MILANO – Destino ancora incerto per la Fabbrica del Vapore di Milano, lo spazio di 15mila metri quadrati che dal 2000, grazie al lavoro di diverse associazioni, ha costantemente offerto eventi culturali, laboratori, diventando un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Per il Comune di Milano, lo spazio sarebbe da smantellare, è stato infatti dato un ordine di sfratto a tutti coloro che vi operano, con decorrenza il 28 febbraio. Il Comune avrebbe previsto un bando, al momento non ancora pubblicato ma che potrebbe a giorni, per rimettere tutto in gioco. La missione della Fabbrica, secondo quanto definito dalla giunta, sarà quella di diventare una “cerniera tra la formazione e il lavoro dei giovani artisti e insieme uno spazio espositivo a disposizione di mostre, installazioni, iniziative”. Insomma un “luogo aperto alla città”, il cortile verrebbe trasformato quindi in una sorta di “agorà creativa dove abbattere le barriere tra spettacolo e spettatore”. Nel frattempo è stata lanciata anche una petizione su Change.org, e l ‘Associazione che riunisce i laboratori (FdVLab) ha cercato diverse volte di proporre progetti per garantire il futuro della struttura.
Sono circa duecento le persone che orbitano attorno a questo spazio e si occupano della gestione, in spazi affittati a 250 mila euro l’anno e che producono circa 3 milioni di euro di fatturato complessivo. Per il Comune invece si dovrebbe ricominciare tutto da zero. A prendere le difese della Fabbrica anche il candidato sindaco, Corrado Passera, che ha attaccato l’attuale giunta dicendo di “non aver saputo valorizzare un’opportunità importante e oggi vuole sfrattare chi ci ha creduto, ha investito e ha creato imprese sostenibili e collaborazioni efficace”. Passera ha anche richiesto di rinviare la scadenza delle concessioni.
Al momento, secondo quanto riportato da un articolo apparso su il Giornale, sembrerebbe che il Comune abbia notificato il rinvio dello sfratto che si sposterebbe da fine febbraio al 24 aprile. Un “contentino” è stata definita questa decisione da parte delle associazioni . “È vero che la nostra concessione è in scadenza, ma prima di andarcene e di progettare la nuova Fabbrica del Vapore avremmo almeno voluto essere consultati per trovare una soluzione assieme”.