Tra i progetti di ricerca avviati, quello del curatore Vincenzo Sorrentino che ha già portato alla luce documenti inediti su Caravaggio
NAPOLI – Il Museo di Capodimonte avvia una nuova fase organizzativa e progettuale, con un potenziamento del personale e una revisione degli spazi e delle collezioni. L’annuncio è stato dato dal direttore Eike Schmidt che ha presentato le novità relative all’organico, ai progetti futuri e alla nuova identità visiva del museo.
Un team ampliato per una gestione più articolata
Dal 1° dicembre 2024, Capodimonte può contare su una struttura operativa più completa. L’incremento del personale, da anni insufficiente, segna un passo rilevante per affrontare le esigenze del museo. Tra i nuovi ingressi, sei funzionari storici dell’arte, che comprendono un curatore dedicato all’arte del Seicento e uno specialista per il Gabinetto disegni e stampe, un’area che conserva opere di Raffaello e Michelangelo e che era da tempo sottoutilizzata.
Tra i progetti di ricerca avviati, quello del curatore Vincenzo Sorrentino che ha già portato alla luce documenti inediti su Caravaggio, che aprono nuovi scenari sulla produzione del maestro durante il suo secondo soggiorno napoletano (1609-1610).
In base a questi documenti, sembra infatti che l’Adorazione dei Pastori, oggi custodita al Museo Regionale di Messina, sia stata dipinta a Napoli e non in Sicilia.
Tra i nomi emersi, spicca quello di Ippolita Cattaneo de Marini, una nobildonna genovese finora poco conosciuta, identificata come committente dell’Adorazione dei Pastori. La pala d’altare fu probabilmente realizzata a Napoli e spedita a Messina nell’autunno del 1609. Uno dei documenti menziona anche Lanfranco Massa, agente di Caravaggio già noto per il Martirio di Sant’Orsola, suggerendo un suo ruolo chiave nel mercato artistico dell’epoca. La scoperta, pubblicata sulla rivista Paragone, sarà il fulcro di una futura mostra a Capodimonte.
Innovazioni nei percorsi espositivi e restauri in corso
Capodimonte sta riorganizzando i suoi spazi per migliorare l’esperienza dei visitatori. Il corridoio centrale del primo piano è stato dotato di un innovativo sistema di illuminazione a risparmio energetico, già utilizzato nell’Appartamento Reale e nel Salone delle Feste, che sarà riaperto dal 5 dicembre.
Un programma di restauro riguarderà venti grandi dipinti della Collezione Borbonica, inclusi capolavori di Giovanni da Taranto e il Sodoma. I lavori, visibili al pubblico, inizieranno a gennaio 2025 e saranno un’occasione di approfondimento sulle tecniche artistiche e sugli interventi conservativi.
Nuovi focus sulle arti decorative
Le arti decorative saranno al centro di un progetto espositivo nel 2025, con l’allestimento di 14 sale dedicate alle porcellane. Questo settore, strettamente legato alla storia del museo e della Manifattura Reale fondata da Carlo di Borbone, include oltre 6000 pezzi, tra cui le terraglie napoletane studiate da Alessandra Zaccagnini. Parallelamente, l’armeria sarà riorganizzata grazie al lavoro di Mario Epifani, già direttore dell’Armeria Reale di Torino.
Inclusione e accessibilità al centro dei progetti
Il museo continua a sviluppare iniziative per migliorare l’accessibilità. Progetti come E.LIS.A, rivolto ai visitatori con problemi uditivi, e percorsi tattili per non vedenti testimoniano l’attenzione verso un pubblico diversificato. Il primo appuntamento del programma Capodimonte tra le mani è fissato per il 6 dicembre, con la partecipazione del direttore Schmidt.
Un nuovo logo per Capodimonte
Il nuovo marchio, progettato da Magister Art, è ispirato al giglio angioino, simbolo storico di Capodimonte. Inserito nella lettera “C”, il design rappresenta l’integrazione tra natura e cultura, sottolineando la relazione tra il museo e il Real Bosco. La scelta di un carattere ispirato al carattere Bodoni, disegnato dal tipografo parmense nella metà del ‘700, richiama appjunto le origini settecentesche del museo.