BRESCIA – La mostra Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552, organizzata dalla Fondazione Brescia Musei e curata da Roberta D’Adda, Filippo Piazza ed Enrico Valseriati, apre una finestra sulla vita nel Cinquecento a Brescia, attraverso più di 50 opere d’arte e vari oggetti del tempo. L’obiettivo è restituire lo spirito di un’epoca e rispondere a domande sulla vita quotidiana, le mode, le tensioni religiose e i cambiamenti artistici che hanno plasmato la città.
Un contesto di guerre, arte come rinascita
All’inizio del Cinquecento, Brescia era una delle città più popolose d’Europa, con circa 60.000 abitanti. Tuttavia, il Sacco di Brescia del 1512, condotto dalle truppe francesi guidate da Gaston de Foix, fu un evento devastante che segnò profondamente la città. Circa 8.000 persone furono uccise, e le violenze lasciarono un segno indelebile nella memoria collettiva. Brescia non raggiunse più la sua popolazione pre-saccheggio e attraversò una fase di crisi economica, sociale e religiosa. Questo trauma generò però un fermento culturale e una voglia di rinascita che diedero vita a un nuovo clima artistico e spirituale.
La mostra mette in luce l’eccezionalità della pittura bresciana del Cinquecento, che spesso è stata trattata come un episodio isolato nella storia dell’arte italiana. I lavori di Moretto, Romanino e Savoldo rappresentano una ricerca estetica che anticipa il naturalismo di maestri successivi come Caravaggio. La pittura del tempo era caratterizzata da un linguaggio espressivo capace di raccontare la realtà con dettagli precisi, riflettendo le tensioni, le aspirazioni e i cambiamenti della società bresciana.
Moretto, Romanino e Savoldo
I tre grandi artisti protagonisti della mostra hanno avuto percorsi diversi ma complementari. Moretto, noto per i suoi colori delicati e la precisione dei dettagli, viene celebrato da Vasari come uno dei migliori interpreti del naturalismo lombardo. Romanino, al contrario, è conosciuto per la sua capacità di rappresentare scene popolari e dinamiche, con un approccio più ruvido. Savoldo, il più anziano, si distingue per il suo stile poetico e le raffinate ricerche sull’illuminazione, influenzato dalla sua permanenza a Venezia.
Il ritratto del conte Fortunato Martinengo, realizzato da Moretto e in mostra grazie al prestito della National Gallery di Londra, sintetizza lo spirito del Cinquecento bresciano. Martinengo, nato nel 1512 e morto nel 1552, fu un personaggio di rilievo nella vita intellettuale della città: poeta, musicista e fondatore dell’Accademia dei Dubbiosi, partecipò ai movimenti ereticali dell’epoca. Il suo ritratto esprime la malinconia e la riflessione tipiche di un periodo di grandi trasformazioni.
L’intensa vita religiosa e intellettuale di Brescia
Brescia nel Cinquecento fu anche un luogo di intensa vita religiosa e intellettuale. Figure come Angela Merici, fondatrice della Compagnia di Sant’Orsola, e Veronica Gambara, poetessa, rappresentano la partecipazione attiva delle donne nella vita sociale e culturale. La religione giocò un ruolo cruciale, con l’avvicinarsi del Concilio di Trento e il fermento dei movimenti riformatori.
La mostra, ospitata al Museo di Santa Giulia dal 18 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025, consente di esplorare l’arte, la storia e la filosofia di Brescia, e capire come il Rinascimento bresciano abbia celebrato la natura, l’armonia, la religione superando le sue tragedie con una straordinaria vitalità culturale.
Le opere in esposizione provengono da importanti musei internazionali e italiani: MET di New York, National Gallery di Washington, Getty Museum di Los Angeles, oltre a New Orleans, Allentown, National Gallery di Londra, Kunsthistorisches di Vienna e Szépművészeti di Budapest, Pinacoteca di Brera, Castello Sforzesco, Accademia Carrara di Bergamo, Museo di Castelvecchio di Verona, Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli.
Il percorso si estende anche alla città, con itinerari che includono la Pinacoteca Tosio Martinengo e la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, dove è custodito il Polittico Averoldi di Tiziano, giunto a Brescia nel 1522.
Ad accompagnare la mostra un catalogo edito da Skira con testi di Letizia Barozzi, Barbara Bettoni, Marco Bizzarrini, Roberta D’Adda, Marco Faini, Querciolo Mazzonis, Fabrizio Pagnoni, Ester Pietrobon, Alessandra Quaranta, Barbara Maria Savy, Elisabetta Selmi.
Vademecum
Museo di Santa Giulia
Via dei Musei 81 b
Telefono per informazioni: +39 030 8174200
E-mail info: cup@bresciamusei.com