ROMA – “Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed e’ meglio…”. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha così commentato sui profili social la notizia secondo cui il TAR ha bocciato la nomina di cinque dei venti direttori dei super-musei. La notizia è stata anticipata in un articolo del Sole 24 ORE. Secondo il quotidiano, “il Tar ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per aprire le selezioni a candidati internazionali e sette dei direttori sono stranieri, tra i quali quelli del parco archeologico di Paestum e del Palazzo Ducale di Mantova, interessati direttamente dal verdetto del Tribunale amministrativo”. Ora – spiega ancora l’articolo – la palla passerà al Consiglio di Stato, a cui presumibilmente ricorrerà il ministero. Il Consiglio dovrà quindi pronunciarsi in merito alle censure del Tar.
Nella sentenza i giudici hanno puntato il dito in particolare contro i criteri di valutazione “dalla natura magmatica”, dei candidati ammessi. Ma non solo. L’articolo spiega infatti che ci sono altri due motivi proposti nei ricorsi presentati e ritenuti fondati dal Tar. Il primo è che il colloquio è avvenuto a porte chiuse. Sembra addirittura che alcuni candidati siano stati sentiti, “senza la presenza di uditori estranei, via skype perché in Australia o negli Stati Uniti”. L’altro motivo è che il bando “non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani, perché nessuna norma derogatoria consente al ministero di reclutare dirigenti pubblici Oltralpe”.
Per queste ragioni – conclude Il Sole 24 ORE – “le selezioni dei cinque musei interessati sono annullate, con ‘inevitabile travolgimento di riflesso’ degli atti di nomina degli attuali direttori”.
Il Tar ha di fatto risposto ai ricorsi proposti da Giovanna Paolozzi Maiorca Strozzi e Francesco Sirano, entrambi concorrenti alla procedura, con riferimento alle nomine del direttori Paolo Giulierini (Mann, Napoli), Martina Bagnoli (Galleria Estense, Modena), Peter Assmann (Palazzo Ducale, Mantova), Eva Degl’Innocenti (MarTa, Taranto) e Carmelo Malacrino (Museo Archeologico Nazionale, Reggio Calabria).
Restano invece al loro posto Eike Schmidt alla guida della Galleria degli Uffizi di Firenze e Cecile Holberg a quella della Galleria dell’Accademia di Firenze.
Nel frattempo Franceschini, in occasione della presentazione del programma di Migrarti, dopo il commento a caldo, pubblicato su twitter, ha spiegato: “La sentenza del Tar del Lazio è già stata pubblicata quindi è già esecutiva e i musei sono senza direttori”. “Naturalmente, in questo caso -ha precisato il ministro – verranno sostituiti e la direzione generale dei musei se ne sta occupando: ci saranno sostituzioni ad interim. Rispetto fino in fondo l’autonomia degli organi giurisdizionali ma ho chiesto all’Avvocatura dello Stato di avere l’impegno massimo per contrastare questa decisione. Che si faccia riferimento al fatto che sono straniere, stride con giurisprudenze e sentenze molto precise della Corte di Giustizia europea e del Consiglio di Stato”.
Franceschini, ricordando che oltralpe le cose funzionano diversamente, infatti il direttore della National Gallery è italiano e quello del British Museum è tedesco, ha spiegato come questa decisione costituisca “un danno d’immagine terribile perché la riforma del sistema museale italiano è stata guardata, studiata e apprezzata in tutto il mondo e oggi viene profondamente messa in discussione”. “E’ assurdo e fuori luogo che la procedura di selezione dei direttori sia stata definita non trasparente. – ha detto ancora il ministro – Ne discuteremo nelle sedi giudiziarie e speriamo in un ricorso che si svolga in tempi brevi, ma con una commissione formata tra gli altri dal presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta e da Claudia Ferrazza ora consigliere culturale di Macron non poteva esserci migliore garanzia di imparzialità”.
Uno dei primi ad aver rilasciato un commento sulla sentenza è stato Eike Schmidt, direttore degli Uffizi di Firenze, che ha dichiarato: “Non ho letto la sentenza del Tar, tuttavia se il pronunciamento dei giudici dovesse bloccare la riforma Franceschini rischieremmo la paralisi. Uno stop ora sarebbe tragico per la cultura italiana e, in generale, per l’economia visto che la cultura è uno dei principali traini. Sarebbe disastroso se tutto ricadesse negli interessi microscopici e particolari”.
Il direttore ha poi aggiunto con ironia: “Io preoccupato per la sentenza del Tar? Ero molto più scioccato quando i centurioni hanno vinto con l’aiuto del Tar e sono tornati al Colosseo… Sembrava uno sketch di Maurizio Crozza, invece era la realtà”. Schmidt ha poi sottolineato: “La microeconomia dei piccoli interessi parziali non salverà mai il sistema mentre le grandi riforme creano benefici e profitti per la società. I cambiamenti che sto portando avanti agli Uffizi, e dei quali si vedono i primi risultati, sono stati possibili grazie alla riforma Franceschini: ora i musei sono organizzati in modo più razionale”. Schmidt ha quindi concluso: “Firenze non è interessata dalla sentenza; ma se le norme nazionali sono tali che i cittadini Ue ma non italiani non possono essere assunti, allora è la legislazione italiana a non essere in conformità alle norme dell’Unione europea”.