Un percorso di circa 12 km di pareti rocciose completamente rivestite di raffigurazioni di animali ormai estinti, tra cui il mastodonte, antenato preistorico dell’elefante, il paleolama, genere estinto che esisteva dal tardo pliocenico al primo olocene. Insomma una varietà davvero impressionante di disegni, definiti “mozzafiato” dall’archeologa ed esploratrice Ella Al-Shamahi, che all’Observer ha anche rivelato che “il nuovo sito è così nuovo che non gli è stato dato ancora un nome”.
La scoperta del sito, che si trova nella Serranía de la Lindosa, risale a circa un anno fa, ma è stata divulgata solo di recente dal team britannico-colombiano, finanziato dall’European Research Council e guidato da José Iriarte, professore di archeologia all’Università di Exeter, esperto di Amazzonia e di storia precolombiana. Il ritrovamento verrà presentato in un documentario dal titolo “Jungle Mystery: Lost Kingdoms of the Amazon” (“Il mistero della giungla: i regni perduti dell’Amazzonia”), per la regia di Ella Al-Shamahi.
Le raffigurazioni, secondo gli scienziati, risalgono a quasi 12.500 anni fa. José Iriarte ha sottolineato come sia interessante osservare che “molti di questi grandi animali sono stati rappresentati circondati da uomini bassi, braccia alzate, come a venerarli”. Questo sta a significare secondo lo studioso che “per i popolo amazzonici, i non umani, ovvero gli animali e le piante, hanno un’anima”.
Rimane ovviamente il mistero degli autori di quella che gli esperti hanno definito come la “Cappella Sistina dell’arte rupestre”. Gli studiosi propendono verso i due gruppi indigeni già presenti nella regione a quell’epoca: gli Yanomani o i Kayapo.