TRAPANI – Ad accendere la querelle sull’opportunità di realizzare eventi all’interno dei parchi archeologici siciliani, è stato di recente Vittorio Sgarbi che ha stigmatizzato la mostra Nella natura come nella mente, inaugurata ad aprile nel Parco Archeologico di Segesta. Un‘esposizione sostenuta dalla Fondazione Merz, che vede protagonisti gli artisti Mario Merz, Ignazio Mortellaro e Costas Varotsos e il sito archeologico che, per la prima volta, ospita interventi d’arte contemporanea.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il quale ha imposto la rimozione delle opere dal Parco. «Condivido le osservazioni di Sgarbi. – Ha commentato Musumeci – La sacralità laica dei nostri parchi archeologici non ammette contaminazioni di altre iniziative culturali, per quanto dettate da buoni propositi. Ho chiesto all’Assessore Samonà di diramare un atto di indirizzo affinché i direttori dei parchi si attengano a valutazioni omogenee. Intanto, l’allestimento artistico attualmente ospitato a Segesta va spostato in altro luogo». E così di fatto è stato.
Il problema si pone in quanto la Regione Sicilia, a seguito del nulla osta della Commissione di Valutazione, ha concesso invece la possibilità (ignorando, invece, i pareri dei Soprintendenti e dei Direttori dei parchi, ma anche delle guide turistiche) di realizzare concerti di musica pop o rock nei teatri greci siciliani. Ad esempio nel Teatro greco di Siracusa, all’interno del Parco archeologico di Neapolis, dove si esibiranno, tra gli altri, Baglioni, Elisa e Nannini.
Questo – afferma una nota di Italia Nostra – “accade per buona parte dell’anno, impedendo ai visitatori di poter ammirare il teatro nella sua integrità, perché i gradoni della cavea e l’impianto scenico vengono totalmente inscatolati con strutture lignee”.
“Come dobbiamo interpretare le recenti disposizioni del presidente Musumeci a seguito del “caso Segesta”? – si chiede il Prof. Leandro Janni, presidente Italia Nostra Sicilia. “Ancora una volta ci troviamo di fronte alle contraddizioni delle scelte politiche siciliane e alle timidezze dei tecnici addetti alla tutela-valorizzazione dei beni culturali e ambientali dell’Isola “- conclude la nota di Italia Nostra.