«Non si tratta solo di arte. Si tratta di persone». Il senso di JR per l’arte si riassume così. E ieri sera, al Cinema in Piazza al Parco della Cervelletta, il photograffeur francese inserito dalla rivista TIME tra le 100 persone più influenti nel mondo nel 2018 e che recentemente ha reinterpretato la facciata di Palazzo Strozzi a Firenze con l’opera site specific La Ferita, lo ha raccontato con le immagini dell’anteprima europea del suo “Paper & Glue” (2021, 94 min), documentario appena presentato in anteprima mondiale al Tribeca Film Festival 2021.
il mago della street photography a Cinema in Piazza
Un incontro tra arti, quella cinematografica e quella particolarissima forma di street photography che mescola fotografia e installazioni, è andata infatti in scena ieri sera al penultimo appuntamento della rassegna estiva curata dall’Associazione Piccolo America. A presentare la proiezione il regista Mathieu Kassovitz, che ha scelto di defilarsi dopo le presentazioni di rigore, la giornalista Cecilia Sala, e lo stesso artista/regista JR, che con il suo pseudonimo rappresenta le iniziali del suo nome, Jean René, ma allude contemporaneamente al personaggio principale della serie americana “Dallas”, J.R. Ewing.
Paper & Glue
JR, che recentemente ha ha affrontato il tema della pandemia sulla facciata di Palazzo Strozzi a Firenze per raccontare il tema dell’inaccessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19 e pochi giorni fa ha realizzato Punto di fuga, uno “squarcio visivo” effimero sulla facciata di Palazzo Farnese a Roma, ha emozionato e convinto con le immagini del film “Paper & Glue”che lo racconta dagli inizi sui tetti parigini e poi, sulle strade del mondo, mentre organizza progetti grandiosi visionari e umanissimi coinvolgendo centinaia, a volte migliaia, di persone che grazie a lui acquistano una voce, un volto, una storia da raccontare.
I suoi collage fotografici in giro per il mondo
Grazie ai suoi enormi ritratti, fotografati in bianco e nero nelle carceri, nelle favelas, negli ospedali e ovunque l’umanità trabocchi silenziosa e inaspettata; grazie agli enormi occhi che puntano lo sguardo sull’interlocutore ingaggiando con lui un confronto sull’identità e la forza; grazie alle dimensioni delle sue immagini che catturano l’attenzione e trasformano spazi e vuoti, JR riesce a creare un’incredibile e non banale arte pubblica di strada capace di dare voce a chi non ce l’ha. Una tecnica, quella del collage fotografico, che lo ha reso famoso e che lo ha portato con i suoi viaggi a toccare gli angoli del mondo per scattare migliaia di foto agli abitanti del posto. Quei monumentali ritratti di gente comune, stampati in maxi formato e incollati in giro per le città del mondo, ne hanno fatto una star indiscussa del panorama artistico contemporaneo.
Tra Messico e Rio de Janeiro, gli ultimi diventano i primi
I lavori realizzati al confine tra Stati Uniti e Messico, con una straordinaria tavolata che supera il muro di separazione fra i due paesi osservata dall’alto da una gigantografia di un bambino messicano che vive sul confine; i lavori che hanno coinvolto centinaia di abitanti delle favelas di Rio de Janeiro, fino al potentissimo progetto in una prigione di massima sicurezza della California, che ha trasformato gli ergastolani negli orgogliosi protagonisti di un racconto corale, parlano di una progettualità coinvolgente e rivoluzionaria perché rende gli ultimi primi, dandogli per la prima volta un ruolo e un compito.
L’arte «una bottiglia di ossigeno per gli altri»
“Paper & Glue” ha il valore di trasportare lo spettatore nello straordinario mondo dell’artista, in un viaggio malinconico e doloroso ma, allo stesso tempo, pieno di speranza. «Quello che conta non è il risultato finale – ha spiegato alla fine della proiezione – quello che conta è il percorso, l’’averlo fatto con le persone, e aver creato un rapporto con loro. Al Louvre – spiega l’artista del collage fotografico en plein air riferendosi al mastodontico lavoro realizzato nella piazza antistante il museo parigino che coinvolse in un’installazione effimera oltre 400 persone – sarebbe stato molto più facile fare tutto con un’impresa professionale, invece abbiamo creato 1500 ritagli con 400 persone coinvolte ogni giorno. Ma è questo che deve essere l’arte: una bottiglia di ossigeno per gli altri».
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