MOSCA – “Guardarsi in faccia da fuori seduce sempre, ha qualcosa di psicanalitico. Non so se sono effettivamente l’inventore dei selfie, ma la cabina che fotografa il passaggio delle persone in tempo reale, a quasi 50 anni da quel ’72 in cui la proposi a Venezia, è molto rievocata e attuale ancora oggi, in piena era di autoscatto. Andy Warhol nelle sue opere interviene, collocandole così in un tempo preciso. Io nell’Esposizione in tempo reale mi faccio da parte. L’autore sparisce, l’opera si fa da sé. Questo le dà una specie di attualità permanente, una sorta di immortalità”.
L’artista modenese Franco Vaccari commenta così la scelta fatta dalla curatrice Xiaoyu Weng – che da Shanghai si è fatta apprezzare fino agli Usa, divenendo curatrice associata del Guggenheim di New York – di proporre la cabina per fototessere tra i progetti artistici principali di questa quinta edizione di Biennale di arte contemporanea degli Urali, dedicata all’immortalità. Vaccari la presentò alla Biennale di Venezia del 1972 per raccontare il volto degli italiani, invitandoli a farsi una foto: “Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio”.
“Il fascino artistico senza tempo della cabina per fototessere – spiega Xiaoyu Weng – sta soprattutto nel fatto di essere a disposizione della gente, senza bisogno di mediazioni, e di produrre a ogni utilizzo qualcosa di diverso e unico, pur restando sempre lo stesso identico oggetto. E in un’era digitale profondamente liquida, la fototessera, questo quadratino di foto stampata, regala al nostro volto e a quello delle persone che amiamo, una forma di immortalità”.
Oggi, a distanza di lustri, l’invito:”Lascia una traccia fotografica del tuo passaggio” troneggia in cirillico a grandi caratteri sulla parete bianca dietro alla cabina, in una regione del mondo tanto distante geograficamente e culturalmente, eppure l’effetto prodotto è sempre lo stesso. Fin dalla prima giornata il muro dietro alla macchina fotografica si è riempito di volti, facce formato fototessera che da qui ai prossimi due mesi e mezzo di esposizione racconteranno, una accanto all’altra, un evento, ma anche un momento storico e sociale. Un grande selfie corale che certifica come l’umanità non si stanchi mai di contemplare se stessa, cercando una forma di riscatto alla sua natura mortale.
La cabina è stata realizzata da Dedem, azienda che da 57 anni l’azienda produce e gestisce le cabine per fototessera di tutta Italia.