ROMA – Il 17 settembre 2019, nella sede dell’Hotel The Westin Excelsior di Via Veneto a Roma, è stata annunciata dal Consigliere Internazionale della Japan Art Association, Lamberto Dini, in contemporanea con Parigi, Berlino, New York, Londra e Tokyo, la cinquina dei vincitori del Praemium Imperiale 2019, considerato il “Nobel giapponese dell’Arte”.
Arrivato alla trentunesima edizione, il Praemium (nato dal desiderio del principe Takamatsu, 1905-1987) è una sorta di “promotore di pace” nel mondo attraverso le arti.
L’obiettivo del prestigiosissimo riconoscimento è premiare quegli artisti che – come spiegato da Dini – si sono contraddistinti “per creatività e originalità” e per “l’influenza che hanno lasciato nella categoria alla quale appartengono”.
A ricevere il premio saranno il sudafricano William Kentridge per la pittura, la palestinese britannica Mona Hatoum per la scultura, gli statunitensi Tod Williams e Billie Tsien per l’architettura, la tedesca Anne-Sophie Mutter per la musica e il giapponese Bando Tamasaburo per il teatro/cinema.
William Kentridge, nato nel 1955, è un artista visivo che utilizza diversi linguaggi dal disegno al cinema alla performance fino alla musica e scultura, per “indagare idee e convenzioni del nostro mondo, ricercare verità nascoste e smantellarne le false certezze. Kentridge lavora da anni sui “disegni in movimento”, ossia film di animazione realizzati filmando immagini statiche”. Si è distinto in particolare per il suo impegno volto ad individuare attraverso una ricerca intellettuale i mali dell’apartheid e del colonialismo. Kentridge è stato insignito del Premio Kyoto in Giappone nel 2010, dell’Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia nel 2013 e del Premio Principessa delle Asturie in Spagna nel 2017. In Italia è ben noto anche per aver realizzato a Roma dei grandi graffiti lungo il Tevere.
Mona Hatoum è nata in Libano nel 1952 ed è di origini palestinesi. Si è formata in Gran Bretagna ed ha sviluppato un linguaggio molto personale in cui “oggetti familiari, domestici, della vita quotidiana vengono spesso trasformati in qualcosa di estraneo, minaccioso e pericoloso, utilizzando inoltre la cartografia per esplorare l’instabilità e la precarietà nel panorama politico di oggi“. Nelle sue opere spesso ha voluto mostrare l’agonia e il dolore dei profughi, confrontandosi con contraddizioni sociali quali la repressione politica e le questioni di genere. “Mi interessa – spiega l’artista – ‘il perturbante’. Quando una situazione perfettamente familiare improvvisamente appare strana, perché associata a un qualche tipo di evento traumatico, questo crea sentimenti di ansia, disagio e terrore”.
Tod Williams e Billie Tsien, sono due architetti, marito e moglie, che si sono dedicati principalmente all’architettura non commerciale, realizzando istituti, musei, scuole. Descrivono il loro lavoro di progettazione come “un bebè che cerca di imparare a camminare”. Sono entrambi fermamente convinti che l’architettura sia un atto di “profondo ottimismo”. Nel 2016 l’ex-Presidente Barack Obama e Michelle Obama hanno annunciato che Williams e Tsien avranno l’onore di progettare l’Obama Presidential Center a Chicago.
Anne-Sophie Mutter, nata in Germania nel 1963, è la “Regina del Violino”, considerata appunto una delle più grandi violiniste contemporanee. Notata già a 13 anni da Herbert von Karajan, che la invitò a suonare con la Filarmonica di Berlino, Mutter vanta molti premi, tra cui quattro Grammy. Quest’anno è stata insignita del prestigioso Polar Music Prize. La violinista è molto apprezzata anche per il suo impegno nello scovare nuovi talenti e nell’aiutare i giovani musicisti di tutto il mondo. Ha dato vita alla Fondazione Anne-Sophie Mutter, che mette a disposizione lezioni di musica e borse di studio nonché l’opportunità unica di suonare con la stessa Mutter. “Karajan mi fece comprendere – ricorda la musicista – l’importanza di trasmettere alle generazioni future ciò che avevamo ricevuto dai nostri grandi maestri”.
Infine Bando Tamasaburo, nato a Tokyo nel 1950, nel mondo della tradizione giapponese del teatro kabuki è considerato una vera e propria leggenda, uno dei più grandi attori onnagata, interprete specializzato nelle parti femminili. E’ celebre, oltre che per la sua grande bellezza e creatività, anche per la capacità di interpretare la profondità di spirito dei personaggi. Artista eclettico e poliedrico, con uno sguardo costantemente rivolto alla ricerca, si è espresso anche in altri ambiti al di fuori del kabuki, recitando nel Kumiodori di Okinawa e nell’opera cinese Kunqu e collaborando con il violoncellista Yo-Yo Ma, con il ballerino e coreografo Maurice Béjart e con il regista cinematografico Andrzej Wajda. Nel 2012 è stato insignito dal governo giapponese del titolo di Tesoro Nazionale Vivente, concesso a persone detentrici di Importante Patrimonio Culturale Immateriale.
I vincitori il prossimo 16 ottobre voleranno a Tokyo per la premiazione e riceveranno dal Patrono della Japan Art Association, il Principe Hitachi, un assegno di 15 milioni di yen (circa 122mila euro), un diploma e una medaglia.
In questa edizione il Praemium ha conferito una Borsa di Studio per giovani artisti (istituita nel 1997, in occasione del suo decimo anniversario), al progetto Démos, gestito dalla Filarmonica di Parigi, un programma che garantisce l’educazione musicale a bambini tra i 7 e i 12 anni, che vivono in aree rurali o periferiche. Il premio, consistente in un diploma e un contributo di 5 milioni di yen (circa 41 mila euro), è stato consegnato a Laurent Bayle, Direttore generale della Filarmonica di Parigi.
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