VENEZIA – La Madonna in adorazione del Bambino dormiente, capolavoro della prima maturità artistica di Giovanni Bellini (1432/1433 circa – 1516) e preziosa opera custodita della Fondazione Luciano Sorlini di Calvagese della Riviera, in provincia di Brescia, è eccezionalmente esposta alle Gallerie dell’Accademia di Venezia fino al 7 aprile 2024.
L’iniziativa precede il prossimo intervento di restauro affidato a Giulio Bono, finanziato e patrocinato da Banca Intesa Sanpaolo nel contesto del programma biennale di restauri Restituzioni. L’opera, dopo la mostra alle Gallerie dell’Accademia, farà ritorno al MarteS nel 2026, Museo d’Arte Sorlini.
Bellini e Venezia
Il direttore delle Gallerie, Giulio Manieri Elia, ha espresso l’onore di ospitare questa opera eccezionale, sottolineando il legame tra Giovanni Bellini e Venezia. Il presidente della Fondazione Luciano Sorlini, Stefano Sorlini, ha auspicato una futura collaborazione tra le istituzioni museali.
La mostra offre, dunque, l’occasione di esplorare l’evoluzione della pittura rinascimentale veneziana attraverso opere di Giovanni Bellini e dei suoi fratelli. La famiglia Bellini fu, infatti, una delle più importanti e attive tra gli anni Quaranta del XV secolo e il primo decennio del XVI secolo, segnando la transizione dallo stile bizantino al rinascimento.
Il dipinto è esposto all’interno della Sala V al primo piano delle Gallerie, adiacente alla Sala IV dedicata alle opere di piccolo formato di Giovanni Bellini,
Restauro e indagini storico-artistiche
Dopo la mostra, l’opera sarà trasferita al laboratorio di restauro di Giulio Bono a Venezia, rinomato restauratore di opere veneziane rinascimentali. Il restauro includerà approfondite indagini storico-artistiche curate dal professore Antonio Mazzotta, esperto di pittura belliniana.
La storia e l’identità dell’opera
La Madonna Sorlini è ritenuta centrale nel catalogo di Giovanni Bellini, rappresentando uno dei suoi massimi capolavori nel tema della Madonna con il Bambino. L’opera, ribattezzata da Roberto Longhi come Madonna in rosso nel 1946, vanta un importante pedigree collezionistico ed espositivo: prima di giungere in Collezione Sorlini appartenne alla prestigiosa raccolta fiorentina del conte Alessandro Contini Bonacossi e fu esposta nell’importante mostra dedicata a Bellini, allestita a Palazzo Ducale di Venezia nel 1949.
Nel dipinto la figura della Madonna appare saldamente ancorata nella composizione mentre lo sguardo rivolto all’Infante tradisce la consapevolezza della Passione futura, confermata dagli elementi iconografici a corollario della composizione: il panneggio in cui è avvolto il bambino, trattato come un sudario, ed il manto rosso, all’epoca colore del lutto.
Luciano Sorlini e la Collezione Sorlini
La Fondazione Luciano Sorlini, fondata nel 2004, custodisce la straordinaria collezione dell’imprenditore bresciano. Aperta al pubblico nel MarteS Museo d’Arte Sorlini nel 2018, riflette gli interessi del collezionista, in particolare per il Settecento veneziano.
Oltre ai grandi nomi – Tiepolo, Ricci, Guardi, Canaletto, Rosalba Carriera– sono rappresentati pittori meno noti, ma fondamentali per la comprensione complessiva delle arti figurative della Serenissima: Pittoni, Diziani, Molinari, Bellucci, Fontebasso e molti altri. Un legame, quello con laguna, celebrato tra il 2005 e 2006 con la mostra voluta da Giandomenico Romanelli al Museo Correr di Venezia, che ha proposto una selezione di dipinti della Collezione Sorlini dal titolo Da Bellini a Tiepolo e di cui la Madonna in rosso costituì l’immagine simbolo.
Restituzioni: trent’anni di impegno per la conservazione artistica
Il programma biennale di restauri Restituzioni, ideato e curato da Banca Intesa Sanpaolo, ha svolto un ruolo fondamentale nella tutela e nella restituzione di opere d’arte di rilevante importanza per oltre trent’anni. Il restauro della Madonna in adorazione del Bambino dormiente rappresenta un nuovo capitolo per la preservazione del patrimonio artistico.
Dal 1989 ad oggi, centinaia di musei, siti archeologici e chiese distribuiti da nord a sud, hanno beneficiato del programma. Oltre 2.000 i beni “restituiti” alla collettività: si tratta di opere che vanno dall’antichità al secondo Novecento dall’arte italiana e di testimonianze di espressioni artistiche giunte da lontano ed entrate a far parte delle collezioni pubbliche.
Vademecum
Museo MARTES.
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Gallerie dell’Accademia