FIRENZE – #grandiartisti A causa di un peggioramento improvviso delle sue condizioni di salute, si è spento a New York l’artista Gaetano Pesce. — Vittorio Sgarbi (@VittorioSgarbi) 19 ottobre 2016. Così twittava Vittorio Sgarbi due giorni prima della inaugurazione della mostra “Maestà tradita” di Gaetano Pesce, al Museo Novecento di Firenze. La notizia ha fatto trasalire il mondo dell’arte, salvo poi apprendere che di fatto si trattava di uno scherzo preparato “ad arte” da Sgarbi, peraltro curatore della stessa mostra insieme a Sergio Risaliti.
Nel frattempo, prima della smentita da parte dell’artista, gli studi di Milano e di New York di Pesce sono stati sommersi da telegrammi e mail di condoglianze. “Sono più vivo che mai”, ha fatto sapere successivamente Pesce, consenziente e complice della burla di Sgarbi.
Motivo dello scherzo? Tutto nasce da un “gesto ostile” da parte del sindaco di Firenze, Dario Nardella, proprio nei confronti dell’artista.
Infatti per la mostra, dedicata alla violenza sulle donne, era stato richiesto come spazio espositivo Palazzo Vecchio, mentre per una grande installazione era stata prevista Piazza della Signoria. Di fatto entrambe gli spazi sono stati negati dal sindaco, per cui la mostra è stata trasferita al Museo Novecento e l’installazione (non ancora inaugurata) in piazza Santa Maria Novella.
Si legge in una nota diffusa dallo staff dell’artista: “A causa di un’operazione alla spina dorsale che ha impedito a Gaetano Pesce di essere presente a Firenze all’apertura della sua mostra, il sindaco della città, Dario Nardella, ha reagito bloccando l’installazione in piazza Santa Maria Novella della grande scultura (“Maestà tradita”) che dà il titolo all’esposizione, fino a quando Gaetano Pesce sarebbe stato in grado di andare a Firenze”.
Insomma è per questi motivi che Sgarbi ha deciso di inventare la burla del decesso dell’artista.
Durante la presentazione della mostra, inaugurata il 21 ottobre, il critico ha quindi raccontato: “l’artista avrebbe voluto esporre a Palazzo Vecchio ma gli è stata negata questa possibilità, facendolo arrabbiare. Al posto di piazza Signoria, è stata offerta per la “Maestà tradita”, non ancora presente in mostra, piazza Santa Maria Novella, dove l’installazione verrà inaugurata non appena Pesce potrà venire a Firenze, hanno garantito dal Comune. È stato un grave errore non consentire a Pesce di esporre in piazza Signoria – ha commentato Sgarbi – si è consentito, e recentemente, a Koons, a Fabre, perché non a Pesce che è un grande artista italiano? In ogni caso direi che è poco male, perché gli é stata offerta per la sua opera piazza Santa Maria Novella, che é uno spazio ancora più bello”.
La mostra di Pesce, inugurata il 21 ottobre, resterà aperta fino all’8 febbraio 2017. L’artista, designer e architetto, ha messo al centro della propria ricerca interdisciplinare la donna e l’intero universo femminile. Il percorso della mostra nel Museo del Novecento si snoda tra le nuove sale. La rassegna ha una doppia valenza: performativa e antologica. Ogni sala infatti costituisce un’installazione multisensoriale che comunica varie sensazioni attraverso odori, sostanze liquide, suoni, elementi vari. Fil Rouge dell’esposizione è appunto quello di trasmettere la difficoltà di essere donna in un mondo ancora dominato dalla cultura maschile. La maxipoltrona Up rivestita di abiti femminili che troneggia nella sala maggiore, inneggia appunto alle donne, al valore della differenza, al rispetto del corpo femminile.
Le opere di Pesce sono esposte in Europa e in diverse parti del mondo, traduci alcuni prestigiosi musei statunitensi, tra cui il Moma e il Metropolitan Museum.