ROMA – Il MAXXI diventa una strada-museo e propone una riflessione sul legame tra gli artisti e la strada quale grande laboratorio di discussione, creazione, confronto e dove si inventa l’era contemporanea.
Titolo di questa mostra, curata da Hou Hanru insieme allo staff curatoriale e di ricerca del museo, è “LA STRADA. Dove si crea il mondo”.
Sono stati proprio gli artisti, a partire dagli Anni Sessanta, a credere che la strada fosse il nuovo campo di battaglia intellettuale, sociale e politico. Oggi il Maxxi si presta ad accogliere le opere di più di 140 artisti proprio per proporre una riflessione sul tema, ampliando la ricerca condotta già nel 2017 per la Bi-City Biennale of Urbanism/Architecture di Shenzhen con la quale il museo ha collaborato, sulle esperienze artistiche più iconiche che hanno reinterpretato le funzioni e le identità della strada negli ultimi vent’anni.
La rassegna si sviluppa in un percorso organizzato per temi dove trovano spazio progetti site-specific, performance ed eventi transdisciplinari.
STREET POLITICS (Resistance, Protest, Occupy, Manifest, Feminism and the Carnevalesque…) è il tema principale della prima parte della mostra, in cui la strada viene descritta non solo come luogo di celebrazioni e feste, ma anche spazio in cui si dà voce alle tensioni sociali, una arena di protesta e di resistenza al controllo da parte del potere. Qui si trovano lavori di artisti come Andrea Bowers, Marinella Senatore, Kendell Geers e Sam Durant.
Segue la sezione GOOD DESIGN (Innovation, Limitation and Freedom) che comprende opere che dipingono la strada come piattaforma ideale in cui sperimentare innovazioni tecnologiche legate alla comunicazione, la vita, la mobilità. Tra i lavori legati a quest’area quelli di Pedro Reyes, Patrik Tuttofuoco, Carsten Nicolai e Cao Fei.
Legato a questo tema anche Macchine d’artista un grande muro di immagini che raccoglie la TOP50 della riflessione artistica sulla protagonista della strada: l’automobile. Si parte con la creazione di Andy Warhol per BMW nel 1979 per passare ai lavori di Olafur Eliasson, Lucy + Jorge Orta, Nam June Paik, Paola Pivi, Erwin Wurm, Sisley Xhafa e molti altri, che ci restituiscono la mistica della mobilità, la critica socio-economica, la coesistenza fra tecnologia e fai da te, l’ironia e la dimensione della creatività.
Il tema COMMUNITY (Immigration, Minorities, Diversity, Love and Living Together) riunisce opere in cui la strada è il nodo fondamentale per lo sviluppo di una coscienza condivisa, il laboratorio in cui ridefinire i confini e i caratteri delle minoranze, o – alla luce dei recenti fenomeni migratori – ripensare gli strumenti di accoglienza e protezione
Attorno al tema EVERYDAY LIFE (Eat, Work and Exchange, Home/Homeless…) ruotano lavori che sottolineano come la vita in strada possa assumere il carattere di emarginazione ed esclusione sociale.
Segue INTERVENTIONS (Walk, Play and Getting lost…) con le opere video di oltre 30 artisti, da Allora & Calzadilla a Cao Fei, da Martin Creed a Jean-Baptiste Ganne, dal collettivo Ha Za Vu Zu a David Hammons e molti altri.
OPEN INSTITUTIONS (Street As Museum, Museum as Street) e MAPPING (Planned / Unplanned, Built / Un-built) prendono inesame il legame tra museo e strada. Il MAXXI stesso è concepito come connettore urbano, luogo ideale per sperimentare e attuare questa nuova tipologia d’istituzione aperta.
Due timeline raccontano la strada anche dal punto di vista storico, architettonico e urbanistico. Si tratta di RETHINKING THE CITY e STORIES OF THE STREET.
La mostra è accompagnata da una rassegna video nella videogallery del museo e un ciclo di talk. Prevede inoltre una serie di interventi artistici fuori dal museo e un calendario di performance commissionate per l’occasione, tutte a ingresso libero. Tra gli interventi esterni quelli di Barbara Kruger, Alberto Garutti, Anna Scalfi, Monica Bonvicini, Alfredo Jaar, Liu Qingyuan, Jeremy Deller.
La mostra è accompagnata da un libro/catalogo articolato in due volumi a cura di Hou Hanru e dello staff curatoriale e di ricerca del museo, edito da Quodlibet.
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