MILANO – Sotheby’s, presente in Italia dal 1968, ha deciso di festeggiare questo mezzo secolo italiano non con un’asta bensì con una mostra, incentrata principalmente su un gruppo di sculture che vanno dall’Antichità Romana (I secolo dopo Cristo) sino alla grande e magnifica figura novecentesca di Arlecchino di Lucio Fontana.
Le opere saranno presentate dagli esperti di Sotheby’s, da storici dell’arte e da studiosi delle diverse epoche.
Tra i capolavori che saranno in esposizione, a partire da martedì 11 dicembre, spicca il Libro d’Ore Corsini, in latino e francese, del 1415-1420, che presenta 48 piccole miniature raffiguranti segni zodiacali e le attività dei mesi e 49 grandi miniature con suggerimenti per una sana alimentazione. Si tratta di un’opera del Maestro della Bibliothèque Mazarine, una delle più importanti figure della miniatura quattrocentesca in associazione con un altro importante artista e suo frequente collaboratore, il Maestro di Egerton.
È invece dell’epoca di Traiano (98 – 117 d.C.) il busto funerario romano in marmo di Quintus Socconius Nedymus, scolpito da un unico blocco di marmo con la testa girata verso destra, un viso espressivo caratterizzato dal naso aquilino e dai corti capelli ondulati che cadono sottili sulla fronte. L’uomo indossa una tunica e sulla base del busto reca tre righe d’iscrizione latina che si legge: Quinto Socconio, liberto di Quinto, della tribù Palatina, fece questo per se stesso.
Il Rinascimento è rappresentato dal magnifico busto in terracotta invetriata e smaltata, realizzato nel 1470-75 da Luca e Andrea Della Robbia. L’opera proviene dalla collezione dei conti Guicciardini ed è stata mostrata al pubblico unicamente in occasione della mostra “Lorenzo il Magnifico e le Arti” allestita a Palazzo Strozzi nel 1949.
Esposto poi un capolavoro di Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573), con il disegno per il piano ottagonale del Tavolo Guicciardini, che fu eseguito da Fra Damiano Zambelli da Bergamo (1480 ca.-1549) e dal fratello Stefano Zambelli (piede intagliato). Questo celebre oggetto d’arredo rinascimentale è stato al centro della mostra “At Home in Renaissance in Italy”, allestita a Londra nel 2006 al Victoria and Albert Museum.
In mostra anche il grande Gian Lorenzo Bernini che ritrae Papa Urbano VIII Barberini, nel magnifico Busto di Urbano VIII Barberini, bronzo databile al 1658 e proveniente dalla collezione Corsini di Firenze.
Facendo un salto di qualche secolo possiamo ammirare anche La Concezione, un altorilievo in marmo parzialmente dorato, firmato da Adolfo Wildt. L’opera è esposta insieme ai bozzetti preparatori realizzati dall’artista. Si tratta di una delle figure più ardue create da Wildt sul mistero della nascita. L’opera proviene dalla collezione milanese di Vanni Scheiwiller e fu subito esposta alla Biennale di Venezia nel 1922, sino alla recente mostra “Post Zang Tumb Tuum” alla Fondazione Prada, di Milano.
Capolavoro in mostra del più celebre allievo di Wildt è L’Arlecchino di Lucio Fontana, un mosaico policromo datato 1948, proveniente dal Cinema Arlecchino di Milano e oggi in collezione privata. La figura di Arlecchino in quegli anni aveva riacceso l’immaginazione dei milanesi e nel giugno del 1947, Strehler aprì il sipario del Piccolo Teatro con la famosa commedia di Goldoni: “Arlecchino servitor di due padroni”. Grazie a questo spettacolo il protagonista della Commedia dell’Arte tornò così popolare a Milano, che un cinema centralissimo fu battezzato addirittura Arlecchino e per la decorazione interna venne chiamato proprio Lucio Fontana. Fontana realizzò un’opera di grande impatto che fu collocata nell’atrio del cinema di via San Pietro all’Orto. Anche quest’opera è stata dichiarata di eccezionale interesse artistico.
Completa la mostra una scelta di dipinti tra i quali una coppia di nature morte di Paolo Porpora e un olio su tela di Giorgio Morandi del 1940.