TORINO – CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia di Torino inaugura la stagione estiva con la mostra Margaret Bourke-White. L’opera 1930-1960, a cura di Monica Poggi, in programma dal 14 giugno al 6 ottobre 2024. Dopo le esposizioni dedicate a Eve Arnold e Dorothea Lange, questa nuova esposizione intende celebrare un’altra figura centrale della fotografia del XX secolo.
La mostra presenta 150 scatti che ripercorrono la straordinaria carriera di Bourke-White, celebre anche per i suoi reportage su riviste come LIFE. L’esposizione mette in luce la sua capacità di raccontare le trasformazioni del mondo, superando trasformazioni e barriere di genere.

New York City, USA, 1932 ca Margaret Bourke-White/The LIFE Picture Collection/Shutterstock
Le origini e l’ascesa di una pioniera
Nata a New York nel 1904, Bourke-White studia biologia alla Columbia University e fotografia con Clarence H. White. Trasferitasi alla Cornell University, inizia a vendere fotografie per mantenersi. Nel 1926 apre un piccolo studio a Cleveland, fotografando architetture di giorno e acciaierie di notte.
Nel 1929, l’editore Henry Luce la invita a New York per contribuire alla rivista Fortune. Da quel momento, la sua carriera decolla con reportage sulle industrie americane e un viaggio in Unione Sovietica per documentare il piano quinquennale di Stalin.
Negli anni Trenta, Bourke-White sviluppa un’estetica vicina agli ideali della rivista LIFE. La sua foto della diga di Fort Peck appare sulla copertina del primo numero della rivista. Il suo libro del 1937, “You have seen their faces“, segna un cambiamento che la porta a concentrarsi sulla povertà e la segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti.
Durante la Seconda guerra mondiale, documenta eventi in Unione Sovietica, Nord Africa, Italia e Germania, incluso l’ingresso delle truppe americane a Berlino e i campi di concentramento. Fotografa personaggi storici come Stalin e Gandhi, preferendo la posa alla spontaneità, trasformando anche le persone comuni in figure eroiche.
Costretta ad abbandonare la fotografia nel 1957 a causa del morbo di Parkinson, Bourke-White scrive la sua autobiografia, “Portrait of myself“, pubblicata nel 1963. Muore nel 1971.
Accessibilità e approfondimenti
La mostra include opere visivo-tattili e audiodescrizioni che contribuiscono a una comprensione più profonda dello stile e della storia di Bourke-White. La selezione comprende sia immagini iconiche che scatti meno noti.
Una sezione della mostra, parte del progetto “Urban Frame“, esplora il tema della città, centrale nel lavoro di Bourke-White. Il progetto è stato sviluppato da Stratosferica e CAMERA che ha vinto l’Avviso pubblico “Torino, che cultura!” della Città di Torino.

Altre esposizioni
Fino al 21 luglio 2024, CAMERA ospita anche “Il giorno dopo la notte“, personale di Paolo Novelli, curata dal direttore artistico Walter Guadagnini. Le serie fotografiche “La notte non basta” e “Il giorno non basta” esplorano il tema delle finestre, il silenzio e il tempo sospeso.
Entrambe le mostre sono accompagnate da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore.
Vademecum
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
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