ROMA – ll libro ricostruisce le regole, le prassi e i problemi della gestione del patrimonio culturale, soffermandosi in particolare su quattro dilemmi che segnano le politiche di questo settore: pubblico vs privato e cioè: cosa è davvero la valorizzazione?; “retenzione” vs esportazione quindi: come circolano le opere d’arte?; in-house vs outsourcing ovvero chi progetta le mostre?; natura vs cultura, qual è il rapporto tra ambiente, paesaggio e cultura?. I dilemmi si intrecciano con l’assetto delle istituzioni chiamate a risolverli, con l’emergere di interessi globali e con la necessità di adottare misure oltre il presente: il patrimonio culturale non è solo memoria del passato, ma anche eredità del futuro.
“Ho sentito l’esigenza – ha spiegato Lorenzo Casini – di comprendere e far comprendere che il patrimonio culturale non può essere un discorso limitato al passato, ma deve essere collegato a un forte investimento sul futuro. Quando si racconta l’Italia all’estero la reazione è di incredulità – ha detto ancora il consigliere – perché non si capisce in quale modo sia possibile che dei contenuti ricchissimi siano privi di adeguati contenitori istituzionali”.
L’evento, a cui era presente il ministro Franceschini, è stato anche l’occasione per tornare sulla recente riforma del Mibact sulla soprintendenza unica per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.