ROMA – Il Museo di Roma in Trastevere accoglie la mostra fotografica che racconta l’Italia degli anni ’70 e ’80 attraverso gli scatti di Lou Dematteis.
Intitolata A Journey Back/Un viaggio di ritorno (Fotografie in Italia 1972-1980), la mostra, a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli, rappresenta il diario visivo di Lou Dematteis, un fotoreporter statunitense di origine italiana, durante quattro viaggi intrapresi in Italia nel 1972, 1977, 1979 e 1980.
Oltre 100 le fotografie in esposizione, molte delle quali inedite, selezionate tra le migliaia scattate da Dematteis in Italia e riprodotte in massima parte in forma di stampe ai sali d’argento.
Un Grand Tour iniziatico
Dematteis si confronta con l’Italia, solo immaginata fino ad allora, spostandosi in lungo e in largo attraverso la Penisola. Visita i paesi d’origine dei suoi nonni paterni, tra Piemonte e Liguria, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e la Sicilia. Il percorso espositivo della msotra cerca di restituire questa esperienza in modo cronologico e geografico, sottolineando la rapida trasformazione della società italiana di quegli anni.
Durante questi viaggi, Dematteis sperimenta l’efficacia della fotografia come forma di comunicazione e azione politica. Questa esperienza è fondamentale per la sua scelta di diventare un fotoreporter professionista negli anni successivi, lavorando per l’agenzia Reuters New Pictures.
Uno sguardo radicale e conflittuale
Le foto di Dematteis rappresentano lo sguardo di un giovane americano in conflitto con le scelte politiche del suo paese. Le immagini catturano la vita quotidiana, le battaglie popolari per i diritti e la vita nelle strade, il quotidiano della gente comune, i riti sociali, la fabbrica e la scuola, il lavoro nero e quello nei campi, in un carosello di volti e luoghi che sollecitano memoria e immaginario collettivo.
Un documento emotivo: come eravamo
A distanza di quasi mezzo secolo, queste fotografie fungono non solo da documento storico di sapore fotogiornalistico, ma anche da “documento emotivo”, mostrando, infatti, come eravamo ci rendono consapevoli di ciò che è irrimediabilmente perduto nel corso degli anni.
Omaggio a Lawrence Ferlinghetti
Il percorso della mostra è scandito dalle parole del poeta beat Lawrence Ferlinghetti, amico di Dematteis. Un breve film documentario, realizzato da Paolo Pisanelli e Matteo Gherardini, completa l’esperienza raccontando la vicenda umana e professionale di Dematteis.
Louis Frank Dematteis
Louis Frank Dematteis, nato a Palo Alto nel 1948, è stato influenzato dalla fotografia sociale di Jacob Riis e Lewis Hine, dalla poetica di Henri Cartier-Bresson. Oltre alla sua carriera come fotoreporter, ha ampliato il suo campo d’azione diventando filmmaker e autore documentarista.
Dematteis ha documentato i conflitti in Centroamerica negli anni ’80, ricevendo riconoscimenti internazionali per il suo impegno e la sua abilità. I suoi fotolibri, come “Nicaragua: A Decade of Revolution” e “Crude Reflections: Oil, Ruin and Resistance in the Amazon Rainforest,” testimoniano la sua dedizione nel raccontare storie importanti attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.