TORINO – Uno spazio disordinato, quasi surreale, accoglie il visitatore all’ingresso della Project Room del Museo Nazionale dell’Automobile. Sembra di trovarsi in una vecchia officina o in un magazzino di sogni incompiuti, tra modelli di automobili incompleti, attrezzi logori e strutture metalliche che sostituiscono le tradizionali vetrine. Questo è l’universo costruito da Robert Kuśmirowski con C/ART. L’arte di giocare con l’automobile, un’installazione che rievoca il fervore di chi colleziona per passione, tra il fascino del caos e il desiderio di ordine.
Curata da Guido Costa e Davide Lorenzone, la mostra trasforma modellini d’epoca in elementi narrativi di un percorso in cui il gioco infantile si evolve in collezionismo consapevole. L’installazione non segue schemi espositivi convenzionali: è un’architettura della memoria in cui ogni elemento contribuisce a costruire un dialogo tra passato e presente, tra la manualità dell’artigianato e il fascino del giocattolo come oggetto di culto.

“Il suo è quasi un lavoro da archeologo, capace di ridare vita ad oggetti morti, ricomponendoli in contesti ad essi alieni, ricreandoli. La materia prima sulla quale opera è povera, poverissima, ma carica di vita e di storia: storia del lavoro, della sapienza artigiana, della tecnologia e della scienza, della creatività popolare e del collezionismo” (Guido Costa, curatore)
Il percorso tra gioco e collezionismo
L’installazione guida il visitatore attraverso un’evoluzione del collezionismo: dal fascino infantile dell’accumulo spontaneo alla maturità di una raccolta consapevole e organizzata. Lungo il percorso, l’ordine emerge dal caos, rivelando il valore culturale e storico degli oggetti esposti. Ogni automobile giocattolo racconta un’epoca, una tecnologia, un’abitudine sociale, portando alla luce un universo di storie che si intrecciano con il progresso industriale e l’immaginario collettivo.

Le circa 200 vetture in mostra coprono un arco temporale che va dalla fine del XIX secolo agli anni Novanta del XX secolo. Tra i pezzi più significativi, la Lucciola di Piero Patria, una rarissima vettura giocattolo con motore elettrico prodotta a Torino tra il 1948 e il 1949; una riproduzione in scala perfettamente funzionante di un trattore a vapore dei primi del Novecento; la locomobile a vapore Marshall & Co, costruita artigianalmente da Pietro Abbà nel secondo dopoguerra.
Completano l’allestimento modellini di automobili sportive iconiche, esemplari promozionali e pezzi rari come la Ferrari F1 della Toschi con bottiglia di liquore integrata e la Lancia D24 della Mercury, presente anche nella collezione permanente del Museo.

Robert Kuśmirowski e la sua archeologia dell’oggetto
Kuśmirowski, artista polacco attivo sulla scena internazionale dalla seconda metà degli anni ’90, è noto per la sua capacità di ridare vita a oggetti dimenticati, inserendoli in nuovi contesti e rielaborandoli in chiave artistica. Il suo approccio richiama quello di un archeologo della memoria, capace di trasformare materiali poveri in dispositivi narrativi carichi di significato. La sua ricerca lo ha portato a esporre in istituzioni di rilievo come il New Museum di New York, il Barbican Centre di Londra, il Van Abbemuseum di Eindhoven e il MAMbo di Bologna.

Eventi collaterali: il gioco protagonista
A corollario della mostra, il Museo organizza una serie di eventi gratuiti che celebrano il gioco come forma di esplorazione creativa. Tra gli appuntamenti:
- 8 e 9 febbraio: pista Polistil con slot cars vintage, riproduzioni fedeli di circuiti iconici come Suzuka e Nürburgring.
- 28 febbraio – 9 marzo: kart a pedali, con la Piazza del Museo trasformata in una pista a due corsie.
- 29 e 30 marzo: mostra-scambio dedicata al giocattolo d’epoca, aperta a collezionisti e appassionati di tutte le età.
Con C/ART. L’arte di giocare con l’automobile, il Museo Nazionale dell’Automobile si apre a una riflessione sul valore affettivo degli oggetti, sulla loro capacità di attraversare il tempo e sulla sottile linea che separa il gioco dal collezionismo.