GROSSETO – Dal 6 all’8 settembre 2024, Manciano (Grosseto) ospita la mostra Luoghi emersi di Giovanni Valle, presso le Sale del Comune in via Cavour 6.
Organizzato dalla Pro Loco e curato dalla giornalista e storica dell’arte Luciana Anzalone Ariemma, l’evento si inserisce all’interno della “Festa delle Cantine” e costituisce un’interessante opportunità per esplorare l’opera di un artista poliedrico che è riuscito a trasporre in pittura il suo mondo intimo e poetico.
Giovanni Valle: l’anima poetica si traduce in colore
Giovanni Valle si avvicina alla pittura tramite la poesia, un percorso di ricerca interiore che trova espressione attraverso forme e colori. Come un alpinista, uno scalatore che raggiunge la vetta in totale solitudine Valle dipinge, appunto, “in solitaria” facendosi interprete di un lirismo malinconico, impostato sul colore e su un’indagine tesa verso la contemplazione individuale e la restituzione di una visione talvolta enigmatica del reale.
Il percorso della mostra, l’incontro tra formale e informale
La mostra si apre con due dipinti che ritraggono cani, animali molto amati dall’artista e posti all’ingresso dell’esposizione come simbolici guardiani, simili ai lari delle antiche case romane. Seguono una serie di paesaggi che, pur rimanendo fedeli alla tradizione verista, nella loro essenzialità si avvicinano progressivamente all’astrazione. “Paesaggi visti con l’occhio della mente, direbbe Picasso”, con quel “terzo occhio” sapienziale in grado di cogliere e intuire l’essenza delle cose.
Valle, infatti, non cerca di immortalare un mondo idealizzato, a un’Arcadia che, nella sua soffocante perfezione, diviene un identikit senza anima, Valle contrappone paesaggi interiorizzati, svincolati da tempo e spazio che evocano ricordi e sensazioni sedimentati nella coscienza.
“Per sicurezza, per navigare in mare aperto, occorre basarsi sulle carte, su bussole, sui mezzi a disposizione, e poi disperdersi in un mare inesplorato”.
Con il proseguire del percorso espositivo, si nota come Valle si distacchi sempre più dalla rappresentazione realistica, avventurandosi verso un discorso informale senza, tuttavia, abbandonare completamente la forma. Un esempio emblematico è Limitare del Bosco, un dipinto dominato da tinte nere e rosse che, pur privo di cielo, riesce a suggerirne la presenza attraverso un “respiro invisibile”. Valle descrive questo processo come un’operazione che porta all’astrazione mantenendo però un equilibrio tra realtà e essenza.
“Lavorando su questi elementi arrivo all’ immagine astratta, che mantiene l’equilibrio vertiginoso di un’opera disarticolata dalla realtà perché è andata all’essenza”.
La materia che vibra: il caso di “Enigma”
Nell’opera Enigma, un cielo nuvoloso sembra “poggiarsi” su un paesaggio sempre più sfumato e indistinto, dove il grigio, ottenuto senza l’uso di nero, bianco o grigio, viene creato mescolando blu e terre. Questo conferisce al dipinto una profondità cromatica unica ed insolita, con i grigi che vibrano di colori nascosti.
La pittura di Valle è un insieme di note che danno vita a un accordo, una sinfonia di movimento e intensità. Anche nelle opere di piccole dimensioni, come La costanza delle cose, l’artista riesce a racchiudere un universo in movimento, in un’armonia che riflette la sua personalissima visione del mondo.
La ricerca artistica di Giovanni Valle
Nato a Torino nel 1946, Giovanni Valle è un artista che ha dedicato la sua vita alla ricerca artistica e intellettuale. Laureato in filologia moderna, ha lavorato nel Sistema Sanitario Nazionale e ha collaborato a lungo con la Rai.
Scrittore prolifico, ha pubblicato poesie, racconti, saggi e il libro “Torino dopo le auto“, un progetto innovativo sulla mobilità urbana. La sua produzione pittorica, iniziata negli anni ’80, è profondamente radicata nei valori universali quali l’uguaglianza, la solidarietà e la giustizia, con un’attenzione particolare alla natura, agli animali e alla bellezza onnipresente.
Vademecum
“Luoghi emersi” di Giovanni Valle
Sale del Comune di Manciano via Cavour 6
Dal 6 all’8 settembre 2024