Gian Enzo Sperone ricostruisce, con oltre 120 opere, una geografia sfaccettata della pittura a Torino tra il 1900 e il 1960, restituendo visibilità a storie dimenticate con l’avvento dell’Arte Povera
Dal 1900 al 1960, Torino ha conosciuto una delle sue stagioni pittoriche più feconde, messa tra parentesi da narrazioni che hanno privilegiato l’urgenza delle avanguardie e la forza dirompente dell’Arte Povera. A restituire profondità e articolazione a questo cinquantennio è la mostra “Astrazioni, Figure, Miraggi Domestici. Pittori a Torino 1900 – 1960”, curata da Gian Enzo Sperone in collaborazione con Denis Isaia del Mart di Rovereto, ospitata negli spazi espositivi di ERSEL in Piazza Solferino, fino al 30 maggio 2025.
Una pittura inquieta e senza padroni
Con oltre 120 opere, l’esposizione si impone come un gesto editoriale e insieme affettivo, quasi una dichiarazione di resistenza nei confronti di un sistema dell’arte spesso miope. Il titolo, volutamente ellittico, evoca la pluralità di linguaggi che hanno attraversato la pittura torinese nel primo Novecento: l’astrazione mai del tutto ortodossa, la figura rivisitata e interiorizzata, i miraggi domestici come luogo di disvelamento del moderno.

Nell’Avvertenza in catalogo, Sperone non offre un’introduzione curatoriale, ma una posologia emotiva. La pittura del Novecento – scrive – è viaggio a fari spenti nella notte, talvolta impatta, ma non si spegne mai: è un linguaggio che si nutre di emozioni irregolari e calcoli improbabili, incapace di adattarsi a gerarchie fisse o padroni stabili. E proprio a partire da questa instabilità si struttura la mostra, con una selezione che predilige le zone d’ombra della storia dell’arte, i “fuori radar”, i nomi laterali, marginalizzati o temporaneamente espulsi dal canone.
Tra nomi dimenticati e presenze inattese
Accanto a figure più note come Felice Casorati, Giacomo Balla, Carlo Levi, Carol Rama, Giulio Paolini, Mario Merz, emergono presenze come Evangelina Alciati, Abacuc (Silvano Gilardi), Enrico Allimandi, Lalla Romano, Adriano Parisot, Piero Rambaudi. Alcuni erano outsider per scelta, altri lo sono diventati per mutamenti di gusto o per le logiche spesso arbitrarie del mercato. Ma tutti restituiscono una Torino in cui la pittura era laboratorio di tensioni interiori e specchio di una società in trasformazione.
Ritrovare la complessità oltre le cronologie ufficiali
Sperone parla di “riordinare le idee”, ma la mostra non impone narrazioni lineari. Piuttosto, invita a sostare davanti alle opere, a confrontarsi con una costellazione di ricerche che attraversano futurismo, realismo magico, astrattismo, surrealismo domestico, linguaggi informali. Ogni dipinto è un punto di fuga rispetto alla cronologia ufficiale e al paradigma delle “grandi città dell’arte”.
La mostra si presenta come un’operazione culturale che scava nella memoria, ma senza nostalgia, con lo sguardo allenato di chi sa che nella pittura, anche quella apparentemente minore, si annidano possibilità ancora irrisolte.
Vademecum
Astrazioni, Figure, Miraggi Domestici. Pittori a Torino 1900 – 1960
Spazio espositivo ERSEL, Piazza Solferino 11, Torino
Quando: 8 – 30 maggio 2025
Orari: lunedì – venerdì, ore 10.00 – 18.00
Ingresso: libero
Sito: www.ersel.it