ROMA – La mostra Alkemica – Martirio e Rinascita, presentata dalla Galleria Cris Contini Contemporary in occasione dell’Anno del Giubileo, rappresenta una tappa significativa nella ricerca di Michelangelo Galliani (Reggio Emilia, 1975), che sceglie di confrontarsi con l’architettura austera e il fondo teologico della Biblioteca Casanatense a Roma. In questo contesto, l’artista sviluppa una riflessione sulla trasformazione del corpo e della materia, articolando un percorso scandito da sculture che evocano una liturgia sospesa tra iconografia cristiana e immaginario alchemico.
Il piombo, il bronzo e il marmo diventano strumenti di una grammatica scultorea essenziale, fatta di frammenti anatomici, nature morte e residui di una memoria condivisa. Nessuna concessione alla retorica del monumento: al centro vi è l’interruzione, il passaggio.

Nigredo e albedo: una scrittura per immagini
L’allestimento si sviluppa lungo le 18 teche in legno e vetro del Salone Monumentale, dove le opere di Galliani sono accostate a libri e stampe antiche provenienti dai fondi della biblioteca. Il dialogo che si instaura è essenzialmente concettuale: ogni scultura sembra generata dalla medesima tensione spirituale che anima i testi, una tensione tra dissoluzione e rivelazione.
Il percorso segue le due fasi dell’alchimia: nigredo, rappresentata da sculture in bronzo patinato adagiate su cartigli di piombo, in cui compaiono crani, volti, anatomie parziali; e albedo, segnata da marmi candidi disposti su supporti plumbei arricchiti da foglia d’oro. Le due polarità non si contrappongono, ma si richiamano come momenti di uno stesso processo trasformativo.
Galliani non costruisce una narrazione, ma un codice visivo. Le sue opere non spiegano, non illustrano: pongono interrogativi. Il martirio e la rinascita non sono semplici temi iconografici, ma condizioni esistenziali scolpite nella materia stessa.
Il corpo trafitto come immagine generatrice
Fulcro dell’esposizione è la grande installazione centrale dedicata a San Sebastiano, raffigurato disteso su un lenzuolo di piombo e trafitto da giavellotti dorati. L’iconografia è nota, ma Galliani la svincola da ogni intento devozionale. Il corpo non è oggetto di contemplazione, bensì strumento di trasformazione: la sofferenza diventa veicolo di trasmutazione, in una prospettiva che unisce cristianesimo e pensiero esoterico.
Qui, come altrove nella mostra, la scelta dei materiali è sostanziale. Il piombo, materiale associato alla nigredo, alla pesantezza e alla profondità, si fa supporto per la figura; l’oro, simbolo di perfezione e compimento, è confinato al dettaglio, alla ferita, al punto d’attrito tra materia e luce.
Una mostra silenziosa, densa di tensione interiore
L’intervento di Galliani si distingue per rigore formale e coerenza concettuale. L’assenza di retorica, la chiarezza dell’impianto espositivo e la misura con cui l’artista si confronta con lo spazio e la storia del luogo evitano ogni effetto spettacolare. La mostra si sottrae a ogni intento esplicativo: richiede una lettura lenta, un’adesione contemplativa, uno sguardo capace di sostare sulle superfici e coglierne le tensioni interne.
Il lavoro curatoriale di Lorenzo Fiorucci accompagna con discrezione il progetto, rinunciando a sovrastrutture per lasciar emergere la densità plastica e simbolica delle opere. Il contesto della Casanatense, con la sua carica storica e spirituale, non viene usato come semplice contenitore, ma come parte attiva del progetto.
Una ricerca sulla materia come specchio del tempo
Galliani conferma in Alkemica la sua capacità di articolare un linguaggio plastico che affonda le radici nella scultura classica ma si misura con urgenze contemporanee. Il frammento, la lacerazione, la tensione tra superficie e profondità sono elementi centrali del suo lavoro, qui resi con particolare lucidità.
Galliani lavora per sottrazione, per resistenza. La sua è una scultura che interroga il tempo, la memoria, la finitezza. E lo fa senza proclami, affidandosi alla forza muta della materia, alla precisione del gesto, alla gravità delle forme.
L’esposizione, visitabile dal 4 giugno al 26 ottobre 2025, è coordinata da Sandra Sanson con l’intervento di Pasquale Lettieri, con testi di Giovanni Gazzaneo e Stefano Zuffi.
Vademecum
ALKEMICA – Martirio e Rinascita | Michelangelo Galliani
4 Giugno – 26 Ottobre 2025
Inaugurazione: 4 Giugno 2025
Luogo: Biblioteca Casanatense, Via S. Ignazio 52, 00186 Roma
Orari di apertura:
Da lunedì a venerdi, 10:00 – 16:00
Aperture e chiusure straodinarie:
Aperto sabato 27 settembre e domenica 12 ottobre 2025 dalle ore 9.30 alle 12.30
Chiuso 11-17 Agosto 2025
Ingresso gratuito
Per ulteriori informazioni:
Biblioteca Casanatense
Sito web: casanatense.cultura.gov.it
Telefono: +39 06 69760300