NEW YORK – La cultura internet irrompe nel mondo dell’arte al punto che nella collezione permanente del MOMA di New York entrano i celebri “emoji”. Gli emoji saranno in mostra a partire da dicembre, nella lobby su un display che incorpora grafiche 2-D e animazione.
Lanciati nel 1999 i primi emoji erano stati disegnati per la giapponese NTT DoCoMo. Gli emoji originali acquistati dal Moma sono stati disegnati da Shigetaka Kurita. Inizialmente erano solo simboli composti da linee rudimentali, 12 pixel per 12 pixel, disponibili in sei colori, illeggibili fino ad essere comprensibili solo grazie all’aiuto di un “traduttore”. Col tempo le linee rudimentali si sono evolute fino a far intravedere una sorta di mimica emotiva. Alcuni emoji originali traggono la loro ispirazione dai manga, le storie a fumetti giapponese. Lo scopo iniziale della loro creazione era quello di consentire alle aziende di raggiungere potenziali clienti. DoCoMo li usava infatti per inviare ai clienti informazioni meteorologiche. Attraverso questi semplici simboli cercava di indirizzare i clienti presso negozi locali per acquistare ombrelli o creme per la protezione solare.
Da allora nell’arco di dieci anni gli emoji sono diventati un fenomeno sociale. E’ stato grazie ad Apple che si sono imposti nel momento in cui sono stati integrati nell’iPhone nel 2011.