ROMA – L’Italia vanta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti e ecomusei aperti al pubblico. Questo quanto rileva l’Istat nel Rapporto “L’Italia dei musei 2018”.
Si tratta di un patrimonio culturale diffuso capillarmente su tutto il territorio. Come si evince dal rapporto, infatti, in un comune italiano su tre (2.311) è presente almeno una struttura a carattere museale: una ogni 50 Kmq e una ogni 6 mila abitanti. La maggior parte sono musei, gallerie o raccolte di collezioni (3.882), cui si aggiungono 630 monumenti e complessi monumentali, 327 aree e parchi archeologici e 69 strutture ecomuseali.
Tuttavia il rapporto evidenzia ancora la presenza di molte barriere fisiche e sensoriali, che impediscono alle persone con disabilità il pieno accesso alle risorse culturali disponibili. Solo la metà dei musei italiani (il 53%) è infatti adeguatamente attrezzato.
A mettere a disposizione dell’utenza una maggiore assistenza specializzata sono: Umbria (64,2%), Emilia-Romagna (61,8%), Lombardia e Lazio (entrambe 60,7%). I musei della provincia di Bolzano (39,6%), nonché quelli di Emilia-Romagna (36,9%), Lombardia (34,5%) e Toscana (33,5%). Sono dunque ancora troppo poche le realtà museali attrezzate con dispositivi e soluzioni dedicate alle persone con disabilità sensoriale (ipovedenti e non vedenti): solo il 12,6% delle strutture censite, localizzate soprattutto nel Lazio (16,6%), in Puglia (16,5%), Veneto (16,4%) e Sardegna (15,9%).
Inoltre, nonostante la progressiva diffusione e applicazione delle tecnologie digitali nel mondo museale, in Italia solo un museo su dieci (10,4%) ha effettuato la catalogazione digitale del patrimonio posseduto. Solo un terzo (37,4%) ha già completato il processo di digitalizzazione, due terzi hanno avviato le attività di digitalizzazione ma hanno coperto circa il 50% dei beni e delle collezioni disponibili. E’ quindi evidente che l’utilizzo da parte dei musei italiani di tecnologie interattive e strumenti digitali appare ancora limitato: solo la metà delle strutture censite (44,7%) mette a disposizione almeno un dispositivo tra smartphone, tablet, touch screen, supporti alla visita come sale video e/o multimediali, tecnologia QR Code e percorsi di realtà aumentata.
La comunicazione online, al contrario, coinvolge un numero sempre più ampio di strutture: la metà degli istituti ha infatti un sito web dedicato (51,1%) e il 53,4% un account sui più importanti social media (come Facebook, Twitter, Instragram, ecc.).
Rileva ancora il rapporto Istat che è raddoppiato in tre anni il numero di strutture che offrono la possibilità di comprare biglietti online, si è passati dal 6,6% del 2015 al 14% nel 2018. Infine, cresce il numero di strutture che mettono a disposizione della propria utenza la connessione Wi-Fi gratuita (dal 18,6% del 2015 al 25,1% del 2018). Il 38,4% degli istituti museali pubblica sul web link a mappe digitali e/o coordinate geografiche utili alla geo-localizzazione della struttura.
La notizia positiva è che crescono i visitatori. Nel 2018, oltre 128 milioni di persone (128,6 per l’esattezza, di cui 58,6 stranieri) hanno visitato il patrimonio culturale italiano: quasi 10 milioni in più (+8%) rispetto al 2017. L’incremento maggiore riguarda i monumenti, i complessi monumentali (+11,5%) e i musei (+9,6%). In particolare, è quasi raddoppiata l’utenza dei musei, dei monumenti e delle aree archeologiche statali, passando da 34,6 milioni a 54,1 milioni di visitatori, ed è cresciuto anche il pubblico delle strutture non statali: da 62,7 milioni del 2006 a 74,5 milioni. I 128,6 milioni di ingressi del 2018 sono così distribuiti: 63,4 milioni nei musei, 51,1 milioni nei monumenti, 13,7 nelle aree archeologiche e 488 mila nelle strutture ecomuseali.
Il rapporto precisa che in cima alla classifica dei luoghi più visitati figurano il Pantheon, il Colosseo, l’Area Archeologica di Pompei e il Museo e Parco di Capodimonte, tutte istituzioni statali che hanno registrato nel 2018 più di tre milioni di visitatori ciascuna e che insieme ne totalizzano 21,5 milioni, pari al 17% del pubblico complessivo dell’intero patrimonio culturale italiano.