ROMA – Nel 1990 il Museo Isabella Stewart Gardner Museum di Boston subì un importante furto di opere. Vennero sottratte ben 13 opere, tra cui dipinti di Rembrandt, Degas, Manet e Vermeer, per un valore stimato di 500 milioni di dollari. Le opere trafugate da allora non sono più state recuperate.
Oggi grazie a una applicazione, realizzata dalla start up Cuseum, con sede a Boston, queste opere possono essere nuovamente ammirate, seppur virtualmente, grazie alla realtà aumentata.
Il funzionamento dell’app è semplice e consiste nel puntare lo smartphone verso le cornici vuote sulle pareti del museo e subito, quasi per magia, i dipinti riappaiono nuovamente.
Il nome dell’app è Hacking the Heist, ma al momento è solo un prototipo che permette di vedere due opere di Rembrandt “Cristo nella tempesta sul mare di Galilea” e “Dama e gentiluomo in nero”.
Il progetto è quindi ancora in fase di sviluppo con l’idea di realizzare i modelli virtuali anche delle tele di Degas, Manet e Vermeer. Attualmente inoltre il museo non è coinvolto nello sviluppo dell’applicazione anche se di fatto potrebbe essere una iniziativa interessante e sfruttabile dalla stessa istituzione.