ROMA – È stato presentato, mercoledì 15 giugno, il Museo dell’Arte Salvata, la cui ostituzione è stata annunciata dal Ministro della cultura Dario Franceschini solo poche settimane fa, dopo l’ennesimo successo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC).
Il Museo, che ha sede a Roma, all’interno del Museo Nazionale Romano, nell’Aula Ottagona – più comunemente nota come Planetario – delle Terme di Diocleziano, sarà il luogo dove raccontare stabilmente il salvataggio dell’arte nelle sue diverse forme.
“Siamo lieti di accogliere, in seno al Museo Nazionale Romano, il Museo dell’Arte Salvata che nasce per volontà del ministro Dario Franceschini e con l’impegno congiunto della Direzione generale Musei. – Ha commentato Stéphane Verger, Direttore del Museo Nazionale Romano – Siamo entusiasti pure di questa prima esposizione che si è potuta realizzare grazie al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e del loro operato fondamentale per il Paese e soprattutto per le opere d’arte. Auspico che il nuovo Museo accolga grandi progetti di mostre, fungendo da una parte da “porto sicuro”, per quelle opere che da qui ripartiranno per una collocazione definitiva, lontano da tutto ciò che può arrecar loro danno; dall’altra da “setaccio”, a separare per poi ricollocare al giusto posto, le stesse che saranno sottoposte a indagini per verificarne il grado di autenticità e provenienza: tutto questo per coglierne appieno l’importanza archeologica, storica e artistica dei tesori ritrovati ed esposti per la prima volta al pubblico al Museo Nazionale Romano, nel Museo dell’Arte Salvata”.
“Opere d’arte trafugate, reperti archeologici dispersi, venduti o esportati illegalmente: si tratta di una perdita significativa per il patrimonio culturale di un paese, espressione della sua memoria storica e dei valori collettivi, nonché dell’identità di un popolo” – Ha affermato Dario Franceschini, Ministro della Cultura. – “Tutelare e valorizzare queste ricchezze – ha continuato- è un dovere istituzionale, ma anche un impegno morale: è necessario assumersi questa responsabilità nei confronti delle generazioni future, affinché possano conservare, con queste testimonianze, quel valore identitario che permette di riconoscersi in una storia culturale comune”.
“Tra le centinaia di opere che il Reparto Operativo TPC ha riportato dagli Stati Uniti nel 2021 – Ha aggiunto Massimo Osanna, Direttore generale Musei – spicca una serie di ceramiche e di terrecotte votive e architettoniche provenienti da diverse culture dell’Italia centrale e meridionale preromana. La prima mostra presentata al Museo dell’Arte Salvata, nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano, è dedicata a una selezione di questi materiali di grande rilievo e costituisce la prima tappa di un percorso di ricerca e valorizzazione che riporterà, dopo la mostra, le opere nei territori di provenienza”.
“Proteggere il patrimonio culturale è la missione che ci è stata affidata, e ad essa per nulla al mondo vorremmo sottrarci. È una difesa necessaria oggi, come lo è stata in ogni tempo. – Ha sottolineato Roberto Riccardi, Generale di Brigata, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – La tutela del patrimonio, rimessa all’articolo 9 della Costituzione, nella storia d’Italia ha avuto i più vari paladini. Ha coinvolto sovrani, pontefici e intellettuali. Dal 1969 il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è fra i tenaci custodi delle nostre opere. Ammontano a più di tre milioni i beni riguadagnati e ciò che appare in questa esposizione è solo una parte del “bottino” rientrato con uno degli ultimi recuperi”.
Piatto con due anse a figure rosse di produzione apula con Eros che esce da un fiore. Intorno alla metà del IV sec. a.C.
Piatto da pesce a figure rosse sovradipinte di produzione campana con drago marino (ketos), delfino e polipo. Seconda metà del IV sec. a.C.
Il Museo e la prima esposizione
L’allestimento del nuovo Museo si caratterizza per la presenza di teche e pannelli modulabili a seconda delle necessità delle opere. Sarà dunque possibile cambiare ogni volta la disposizione all’interno dell’Aula, che diventerà uno spazio espositivo ad hoc per accogliere sempre nuovi tesori rendendoli fruibili dal grande pubblico.
L’incessante recupero di opere d’arte permetterà un turnover regolare: mentre i pezzi esposti saranno collocati nei musei di pertinenza, nuove opere recuperate saranno esposte al fine di rendere continuo l’aggiornamento sul magistrale lavoro di recupero costantemente in corso.
In occasione dell’apertura del Museo è stata presentata anche la prima mostra con i recenti ritrovamenti frutto delle attività di contrasto al traffico illecito di beni culturali svolta dal Reparto Operativo TPC, sempre sulle tracce dell’arte.
Si tratta di oggetti che il Reparto ha fatto rientrare dagli Stati Uniti d’America in un arco temporale compreso fra il dicembre 2021 e la scorsa settimana: un corpus imponente di opere con numerosi pezzi di archeologia di varie civiltà.
Cratere cerimoniale con quattro anse sormontate da coppette in ceramica d’impasto rosso sovradipinta di bianco (“white-on-red”) di produzione nord laziale (Crustumerium) con uccelli acquatici.
VII sec. a.C.
Tra le opere esposte spiccano i reperti più antichi che risalgono all’epoca orientalizzante (VII sec. a.C.): provengono per lo più dall’Etruria meridionale ma anche dal Lazio, come la Giara (pithos) in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco (“white on red”) di produzione etrusca (Cerveteri) con scena mitologica dell’accecamento di Polifemo e animali (cavalli, felini) del terzo quarto del VII sec. a.C. (il coperchio è di pertinenza dubbia, vetrina 1) e il Cratere cerimoniale con quattro anse sormontate da coppette in ceramica d’impasto rosso sovra-dipinto in bianco (“white on red”) di produzione nord laziale (Crustumerium) con uccelli acquatici (VII sec. a.C., vetrina 10B).
Giara cilindrica (pisside con coperchio) d’impasto rosso con decorazione sovradipinta in bianco (“white-on-red”) di produzione etrusco-laziale, con motivi ornamentali disposti in registri orizzontali e animali fantastici.
VII sec. a.C.
Anforetta etrusca a figure nere con guerrieri affrontati sulla pancia e occhioni sulla spalla. Fine del VI sec. a.C.
Alla seconda metà dal VI sec. a.C. risalgono le anfore con scene figurate: alcune sono attiche e illustrano l’evoluzione stilistica di questo periodo, altre sono etrusche e coprono lo stesso arco cronologico come l’Anforetta etrusca a figure nere con guerrieri affrontati sulla pancia e occhioni sulla spalla (fine del VI sec. a.C., vetrina 4).
Le necropoli etrusche hanno restituito un’enorme quantità di ceramiche del VI e del V sec. a.C. Forse provengono proprio dall’Etruria gli esemplari recuperati dal Comando TPC negli Stati Uniti, anche se le origini precise sono sconosciute, come per l’opera esposta Coppa (kylix) attica a figure rosse con Dioniso (all’interno) e satiri con menadi (all’esterno) di inizio V sec. a.C. (vetrina 5).
Brocchetta (olpe) di imitazione corinzia di produzione etrusca con fregi di
animali (felini, esseri ibridi). Prima metà del VI sec. a.C.
Grande vaso da banchetto (stamnos) a figure rosse di produzione falisca con menade in corsa. Ultimo quarto del IV sec. a.C.
Tra la seconda metà del V e la prima metà del IV sec. a.C. si sviluppano in Magna Grecia delle produzioni a vernice nera e figure rosse: in mostra il Cratere a forma di calderone (lebes) con scena di banchetto (symposion) con il gioco del kottabos (verso la metà del IV sec. a.C., vetrina 6) e il Piatto con due anse a figure rosse sovra-dipinte con maschera centrale sovra-dipinta e scena di guerra tra Greci e Amazzone (amazzonomachia) della seconda metà del IV sec. a.C. (vetrina 7), entrambi di produzione apula.
Dauna grande stipe votiva, in un santuario non identificato dell’Etruria meridionale o del Lazio, proviene la Testa votiva in terracotta di produzione etrusco-laziale del IV sec. a.C., sulla quale si osservano alcune tracce di policromia che fanno rivivere i volti antichi (vetrina 10A).
Testa votiva in terracotta di produzione etrusco-laziale. IV sec. a.C.
Gli oggetti saranno in mostra a partire dal 16 giugno fino al 15 ottobre 2022 e per l’occasione il Museo sarà aperto al pubblico dal martedì alla domenica, dalle ore 11 alle 18.
Al termine dell’esposizione temporanea le opere saranno collocate tra il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, il Museo Nazionale Archeologico Cerite all’interno del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia e lo stesso Museo Nazionale Romano.
Vademecum
Museo dell’Arte Salvata
Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano
Via Giuseppe Romita 8 – 00185 Roma
Orari
Dal martedì alla domenica
11.00 – 18.00
Lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un’ora prima.
L’esposizione
Dal 16 giugno al 15 ottobre 2022
Sarà ad accesso gratuito per i possessori del biglietto d’ingresso alle Terme di Diocleziano o del biglietto combinato per l’accesso a tutte le sedi, acquistabile on-line oppure presso le biglietterie.
L’accesso gratuito è garantito ai possessori della MNR Card.
Biglietto d’ingresso delle Terme di Diocleziano
Intero € 8 (+2 € di prevendita in caso di acquisto on line)
Ridotto € 2 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Biglietto combinato per l’accesso a tutte le sedi del Museo Nazionale Romano
Permette l’ingresso una volta in ciascuna delle sedi e due volte nella sede di Palazzo Massimo e sarà valido una settimana dal giorno dell’acquisto.
Intero € 12
(+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Ridotto € 8
(+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)