ROMA – “Elimar”, il ritratto acquistato per soli 50 dollari in un mercatino delle pulci in Minnesota (USA), che avrebbe potuto valere 15 milioni di dollari se fosse stato autenticato come opera di Vincent Van Gogh, è stato definitivamente escluso dal catalogo dell’artista olandese. A confermarlo è il Van Gogh Museum di Amsterdam, considerato l’autorità mondiale per l’autenticazione delle opere del pittore.
Il dipinto raffigura un pescatore con un cappello rotondo e una pipa in bocca, intento a riparare una rete vicino alla riva. Nell’angolo inferiore destro è visibile la parola “Elimar”, che si presume sia il nome dell’uomo ritratto. L’opera era stata attribuita a Van Gogh dalla LMI Group International, una società con sede a New York, che aveva presentato una relazione di 458 pagine sostenendo che il ritratto fosse stato realizzato durante il soggiorno dell’artista nel sanatorio psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole, a Saint-Rémy-de-Provence, nel sud della Francia, tra il maggio 1889 e il maggio 1890.
Un’attribuzione controversa
La LMI Group International aveva coinvolto un team di circa 20 esperti, tra chimici, curatori d’arte e avvocati specializzati in brevetti, per analizzare il dipinto. Dopo mesi di studi, il gruppo aveva concluso che l’opera poteva essere attribuita a Van Gogh, basandosi su analisi stilistiche, tecniche e scientifiche. Tuttavia, il Van Gogh Museum, noto per il suo rigoroso processo di autenticazione, ha respinto l’attribuzione in tempi record, senza nemmeno esaminare direttamente il dipinto.
In una dichiarazione, il museo ha spiegato di aver valutato oltre 200 richieste di autenticazione nell’ultimo anno, respingendo il 99% di queste. “Il dipinto in questione non è un’opera di Vincent Van Gogh”, ha affermato una portavoce del museo, senza fornire ulteriori dettagli.
La replica della LMI Group International
La LMI Group International ha espresso perplessità sulla decisione del museo, criticando la mancanza di un’analisi approfondita. “Ci aspettavamo che il museo delineasse tutti i fatti specifici contenuti nella nostra ampia relazione con i quali i suoi esperti non sono d’accordo”, ha dichiarato la società. “Ci siamo offerti di mettere in contatto il museo con gli studiosi e gli scienziati che hanno contribuito alla stesura del rapporto per discutere le loro scoperte, e ci siamo offerti di portare il dipinto ad Amsterdam per ulteriori studi”.
Nonostante le proteste, il verdetto del Van Gogh Museum sembra definitivo. Il museo, che custodisce la più vasta collezione al mondo di opere di Van Gogh, è rinomato per la sua accuratezza scientifica e per il suo approccio conservativo nell’attribuzione delle opere.
La vicenda evidenzia le controversie legate all’autenticazione delle opere d’arte, specialmente quando si tratta di artisti iconici come Van Gogh. Per il collezionista anonimo che ha acquistato il dipinto, il sogno di un tesoro nascosto si è infranto. Per ora, il pescatore con la pipa rimane un mistero, ma non un Van Gogh.