ROMA – Sono oltre 200 i reperti archeologici in vendita online. E’ l’AdnKronos a riportare le rivelazioni del tenente colonnello Luigi Spadari, comandante della Sezione Elaborazione Dati presso il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Parlando infatti dell’attività della task force Unite For Heritage, Spadari ha spiegato che “Il traffico illecito di beni culturali risulta tra i più redditizi al mondo, con interessi che possono considerarsi minori solo a quelli del traffico di droga e armi”.
I “Caschi blu della cultura”, per la precisione la task force italiana Unite4Heritage, stanno quindi dando un contributo fondamentale per contrastare questo fenomeno, in particolare attraverso le attività di addestramento delle forze di polizia irachene addette alla salvaguardia di siti archeologici e poli museali. In questi corsi, che hanno già coinvolto oltre 500 persone, vengono illustrati e discussi temi quali le norme sulla circolazione internazionale dei beni culturali (esportazione illegale e contrabbando), le convenzioni e gli accordi transnazionali che sanciscono le modalità di restituzione al Paese di origine, le normative nazionali circa il divieto di scavi archeologici senza autorizzazione, l’obbligo di denuncia di rinvenimento, i princìpi fondanti del concetto di patrimonio culturale nazionale e mondiale e le modalità di assistenza investigativa.
Tra Baghdad ed Erbil, dal 2016 la forza di pace della cultura porta dunque incessantemente avanti questo lavoro. “Da gennaio dello scorso anno – ha raccontato Spadari -, personale del nostro Comando è stabilmente presente all’interno della missione italiana in Iraq nell’ambito della coalizione internazionale operante a supporto delle autorità locali”. “Compito fondamentale – ha sottolineato il tenente colonnello – oltre all’addestramento, è quello di diffondere le best practices, modello di lavoro, nel contrasto al traffico illecito di beni culturali, patrimonio professionale consolidato del nostro Comando e riconosciuto leader a livello internazionale, con particolare attenzione alla raccolta delle informazioni e loro condivisione a livello internazionale”.
L’importanza dei corsi svolti dai militari italiani – ha evidenziato ancora Spadari – , “è quella di aumentare il sistema di sicurezza del patrimonio culturale iracheno ma soprattutto di contribuire ad accrescere negli iracheni la consapevolezza della ricchezza del loro Paese attraverso la tutela del patrimonio culturale di quella che è universalmente conosciuta come la ‘Terra della Civiltà’”.