PALERMO – Il 23 maggio, in occasione del 25° anniversario delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio, l’aula bunker di Palermo si trasformerà in una galleria d’arte, ospitando l’inaugurazione della mostra dal titolo Fidelis che espone le opere d’arte ritrovate dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Il giorno successivo, il 24 maggio, le opere saranno esposte presso la Caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa, via Vittorio Emanuele 475, fino al 10 settembre.
L’allestimento della mostra è curato dall’Arma dei carabinieri, con la collaborazione del Mibact – Direzione Generale Musei -, la Regione Sicilia, la Fondazione Falcone, le associazioni partner dell’iniziativa, First Social Life e Open Group.
Il “filo rosso della memoria” collega le opere in esposizione, che compongono un percorso che va dal VI secolo a.C. sino al XIX secolo, grazie al racconto dei recuperi compiuti nell’arco di mezzo secolo di attività del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. I capolavori esposti sono frutto delle azioni di contrasto portate avanti dai Carabinieri, delle ricerche archeologiche clandestine, insomma di tutta la complessa attività portata avanti dall’arma. Si tratta quindi di reperti che sono stati oggetto di furti a chiese o addirittura di rapine in alcuni musei. Ma non solo, molte opere provengono anche dalle aree terremotate e dalle zone di guerra.
In esposizione ci sarà la Testa di Ade (IV-III secolo a.C.), terracotta policroma Aidone (Enna) custodita ora nel Museo Archeologico, grazie ad un’operazione internazionale di “diplomazia culturale” portato avanti con il lavoro congiunto tra l’Arma dei carabinieri e la magistratura. L’opera testimonia simbolicamente l’impegno del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri della Sicilia e la Procura di Enna, che ne ha la competenza territoriale. L’operazione relativa al celebre manufatto è stata portata a termine dai Carabinieri, che hanno operato insieme al Dipartimento dei Beni Culturali e all’Identità Siciliana della Regione Sicilia, il 29 gennaio 2016, quando il capolavoro è stato finalmente riportato in Sicilia.
Sempre in mostra sarà possibile vedere “Concerto 1617-1618”, olio su tela di Bartolomeo Manfredi (Ostiano 1582 – Roma 1622), esposto agli Uffizi di Firenze, nella Galleria delle Statue e delle Pitture. L’opera rimase lacerata in seguito all’attentato mafioso in via dei Georgofili, il 27 maggio del 1993. In quel contesto venne completamente distrutto il dipinto “Giocatori di carte”, sempre di Bartolomeo Manfredi, raffigurante scene tipiche di genere caravaggesco. La tela in mostra è stata a suo tempo sottoposta a un meticoloso restauro utile almeno a conservarne la memoria, nonostante ciò l’opera appare ancora straziata.
Esposto anche il rilievo funerario raffigurante il busto di uomo con due bambini (I-II secolo d.C.) in pietra calcarea, proveniente da Palmira (Siria). Le indagini iniziate nel 2008 hanno permesso ai carabinieri di individuare alcuni cittadini italiani coinvolti nel riciclaggio di denaro verso i Paesi del Medio Oriente. Durante quest’inchiesta sono stati ritrovati nell’abitazione di uno degli indagati beni archeologici e storico-artistici di varia provenienza. Tra questi beni l’opera esposta, priva dei documenti di proprietà e per questo sequestrata. Il rilievo funerario sarà restituito alla Siria quando la guerra civile in quel Paese sarà terminata.
Sempre il 23 maggio in Aula Bunker ci sarà l’installazione intitolata “Opere d’arte simbolo di legalità”. Una produzione a cura generale della Fondazione Falcone, Open Group, First Social Life.