PARMA – Si è aperto ufficialmenteal Teatro Regio, nella città di Giuseppe Verdi e Arturo Toscanini, l’anno di Parma Capitale della cultura e, come sottolineato dal ministro della Cultura Dario Franceschini nel suo intervento, in occasione dell’inaugurazione, “Parma ha tutto, la storia, la bellezza, l’arte, il cibo, la musica, le imprese culturali, la vivacità del territorio. Qui sono nate grandi opere e grandi uomini, dalla Pilotta al teatro Regio al Battistero, l’arte di Correggio e del Parmigianino, la musica di Verdi, di Toscanini, la letteratura di Guareschi, di Bevilacqua, di Lucarelli, la poesia e il cinema di Attilio e Bernardo Bertolucci. Qui ci sono stati grandi talenti, ci sono grandi talenti e nasceranno grandi talenti: c’è l’arte e poi ci sono i parmigiani che rendono bella questa città”.
Accolto da un lungo applauso seguito dall’inno d’Italia eseguito dal vivo dal coro e dall’orchestra Arturo Toscanini, diretta dal maestro Valerio Galli, è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad aprire le celebrazioni.
Mattarella nel suo discorso ha ricordato come “la cultura d’Europa, con tanti articolati e diversi caratteri, è stata costantemente legata da una trama comune”. “Questa trama – ha sottolineato il Presidente – diventa sempre più fitta e interconnessa, e anche per questo ancor più indispensabile ai nostri popoli che devono affrontare le grandi trasformazioni di quest’epoca”.
“La cultura batte il tempo è un bel titolo – ha evidenziato Mattarella, riferendosi al ‘claim ‘della manifestazione – per unire gli sforzi e che per tutti voi sarà carico di soddisfazioni e porterà una spinta che vedrà i suoi effetti oltre quest’anno”. “La cultura – ha continuato – è una sorta di metronomo della storia. E’ una chiave, che ci consente di comprendere il passato, interpretare il presente e progettare il futuro, per sentire la storia come nostra e renderci protagonisti dei suoi cambiamenti. La cultura spinge all’innovazione, nel renderci consapevoli del cammino percorso ci dà il coraggio per andare avanti, insieme, come comunità”. Per Mattarella “battere il tempo vuol dire affrontare la modernità, essere capaci di guidarla verso traguardi di maggiore civiltà, di benessere, sempre più alta diffusione di conoscenze”.
“La cultura – ha detto ancora – definisce il segno distintivo di ogni comunità ed è tutt’altro che una condizione statica, immobile, inerte. Si nutre di confronto, si sviluppa nel dialogo e nelle relazioni”. Infine ha concluso Mattarella – la cultura “è più ricca quando si apre alla conoscenza e al rispetto delle differenze: la Storia ci dimostra proprio che i grandi avanzamenti delle scienze, delle arti e del pensiero sono scaturiti da incontri; un patrimonio che rende tutti più ricchi, di umanità innanzitutto”.
Per il 2021 – ha ricordato invece Franceschini – la procedura per la città italiana della cultura è già avviata. “Hanno fatto richiesta 44 città, cittàgrandi, capoluoghi di regione, citt piccole, ma anche borghi: ogni anno non si premia la città pià bella, ma quella che mette in campo un progetto più coinvolgente, più aperto e più innovativo e trasversale. Una competizione crescente – ha concluso Franceschini – arriveremo vicino a quello che succede per l’Oscar, quando essere candidati all’Oscar è già un grande titolo”.