MILANO – Prosegue alla Pinacoteca di Brera il monitoraggio delle condizioni conservative delle tavole da parte dei restauratori del museo, così come continuano gli accertamenti da parte del Ministero. A ribadirlo è la stessa direzione della Pinacoteca che, in una nota, sottolinea “solo un numero ristretto di dipinti ha sollevamenti più importanti, e fra questi il Cristo alla colonna di Bramante e le Storie di San Gerolamo di Lazzaro Bastiani”. La direzione spiega inoltre che “le veline resteranno sulle opere il tempo necessario, ovvero quando si saranno stabilizzati gli idonei valori termoigrometrici e le tavole si saranno riassestate e sarà quindi possibile procedere dove opportuno col fissaggio dei sollevamenti”. “Ad eccezione delle opere menzionate – continua la nota – tutte le altre sono rimaste al loro posto: nella maggior parte dei casi l’entità del sollevamento di colore è quindi facilmente valutabile da qualsiasi osservatore attento ai problemi conservativi, sotto la leggera velina di carta giapponese”.
Il piano d’intervento messo a punto nei giorni scorsi prevede la messa in sicurezza di tutte le opere che hanno presentato elementi di rischio. Intanto è anche in corso una valutazione accurata di quanto sarà possibile restaurare nel laboratorio interno e quanto invece andrà affidato ad operatori esterni, tenendo conto delle necessità conservative delle opere e della volontà di restituirle quanto prima ai visitatori. Come in passato gli interventi saranno caratterizzati dalla collaborazione con vari istituti di ricerca e di restauro, alcuni dei quali hanno già comunicato una tempestiva disponibilità, nella massima trasparenza e nell’interesse primario della tutela delle opere conservate nella Pinacoteca.
“Non vi è alcuna intenzione di nascondere lo stato conservativo delle opere, tanto più che sono quasi tutte rimaste al loro posto – sottolinea il direttore della Pinacoteca, James Bradburne – La trasparenza è da sempre una caratteristica del laboratorio di restauro di Brera, ‘museo visibile’ e parte del percorso positivo”. “La tutela delle opere è imprescindibile, così come la scelta di investire sulla collezione permanente, senza grandi mostre, valorizzando il patrimonio del museo e portando avanti la visione di Brera a completamento del progetto di Franco Russoli” – conclude Bradburne.
Per quanto riguarda invece le polemiche suscitate dalla concessione delle sale per l’evento Trussardi del 16 gennaio, ispirato dal mondo dei tarocchi, la direzione sottolinea che contrariamente a quanto scritto da molti organi di stampa, “la performance si è svolta nelle sale 28-29-30-31-32 e nessuna opera su tavola e dunque nessuna di quelle velinate era presente”. Inoltre si specifica ancora che la direzione di Brera “ha fatto comunque compartimentare la sala di Raffaello (sala 24) con una porta sigillata nonostante la distanza di questa dalla sala 28, in cui si svolgeva la performance”.