NAPOLI – Sono 3 milioni i visitatori che dall’inizio del 2016 hanno raggiunto gli Scavi di Pompei. Nell’intero 2015 erano stati 2.9 milioni. Si tratta dunque di una grande risultato conseguito prima della fine dell’anno. Un successo che, come afferma Massimo Osanna Direttore Generale della Soprintendenza di Pompei, non è solo numerico, ma che conferma “l’immagine positiva che il sito ha ormai stabilmente costruito, grazie al grande impegno di archeologi, architetti, restauratori, operai e di tutto il grande staff della Soprintendenza per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione dello stesso”.
Negli ultimi anni infatti l’area archeologica vesuviana ha attratto sempre più visitatori, piazzandosi stabilmente al secondo posto nella classifica dei siti culturali più visitati in Italia subito dopo il Colosseo. Sottolinea la Soprintendenza: ”Di certo hanno contributo al risultato eccezionale di quest’anno la messa in sicurezza, il restauro e l’apertura di nuove Domus, le numerose mostre inaugurate negli ultimi anni, gli eventi notturni e straordinari come quelli teatrali e musicali, le iniziative fortemente volute dal Mibact come le Domeniche al Museo. Ha certamente giocato un ruolo essenziale il costante impegno della Soprintendenza Speciale di Pompei in un ottica di una forte apertura al territorio, del miglioramento costante dei servizi di accoglienza, oltre che una maggiore attenzione alla comunicazione a partire dai social network”.
Il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini ha commentato questo grande risultato scrivendo su twitter: “Per la prima volta nella sua storia #Pompei supera oggi i 3 milioni di visitatori. E siamo solo all’8 novembre…”.
Dorina Bianchi, sottosegretario al Mibact con delega al Turismo, ha dichiarato a margine della fiera WTM presso l’Istituto Italiano della Cultura di Londra “Campania all the art that you want”: “La rinascita di questa antica città, con le nuove aperture delle Domus rimaste chiuse per decenni, le esposizioni di suppellettili e calchi umani e recentemente con una serie di iniziative come l’itinerario che unisce cultura, storia e gastronomia può dare l’impulso per esportare questo modello anche su altre aree archeologiche soprattutto del Mezzogiorno. La Campania con tutte le sue risorse dal Teatro San Carlo al museo di arte contemporanea Madre di Napoli, ai Campi Flegrei fino a Capri, alla Costiere Amalfitana e Sorrentina, Ercolano, la Reggia di Caserta, le testimonianze dei Longobardi a Benevento e Salerno rappresentano una proposta che racchiude in sé diverse tipologie di turismo. La Gran Bretagna per anni ha preferito il nostro Bel Paese come prima destinazione seguendo anche la tradizione nata con il turismo organizzato di Cook nel XIX secolo. L’obiettivo è quello di recuperare la domanda inglese ed anche europea mettendo a sistema un patrimonio inestimabile con le aree interne, con la Campania dei borghi poco conosciuti, delle zone verdi e delle aree protette che conservano e ideare quindi anche una nuova offerta di promozione del turismo.”