POMPEI – Sono state restaurate, grazie al lavoro eseguito dall’Opificio Pietre dure di Firenze, parte delle antiche fontane di acqua potabile degli Scavi di Pompei. Le fontane (12 quelle ad oggi quelle recuperate sulle 40 presenti) erano incrostate di materiale calcareo, di muschi e licheni che ne ricoprivano i fregi, nascondendone la bellezza. Il lavoro di ripulitura ha quindi restituito a questi emblematici dispensatori di acqua dell’antica Pompei, il loro valore estetico. Tra le fontane va sicuramente menzionata quella della dea della Concordia, che rappresenta il volto di una donna con grandi occhi, orecchini ai lobi, una morbida tunica e una cornucopia per la quale, erroneamente, era stata scambiata per la dea dell’Abbondanza. Proprio in base a questa attribuzione i primi archeologi battezzarono come Via dell’Abbondanza una delle principali diramazioni della città antica.
L’intervento di recupero è costato circa 150mila euro, ma ne seguirà un altro che interesserà le restanti fontane, realizzate prevalentemente in blocchi di pietra lavica, quindi di colore grigio scuro. Le più antiche sono invece in tufo grigio.
Il direttore generale degli Scavi, Massimo Osanna ha spiegato: “Questo primo intervento realizzato sulle fontane nell’ambito del Grande Progetto Pompei, ha interessato al momento le fontane poste lungo il percorso “Pompei per tutti consentendo grazie all’esperienza e alla competenza dell’Opificio delle Pietre Dure, del quale ci si è avvalsi per i lavori di pulitura e consolidamento, un risultato di grande eccellenza che ha ridato splendore a una parte importante dell’arredo urbano dell’antica Pompei. Si tratta di apprestamenti importanti sia per la storia dell’approvvigionamento idrico delle città antiche sia per il loro valore estetico”.
L’archeologa Alberta Martellone, che ha partecipato al progetto di recupero, ha invece commentato: “Sono tutte belle per l’emozione che trasmettono, poiché riportano ancora i segni della lavorazione degli artigiani che le modellarono e l’usura subita dagli abitanti della Pompei prima del l’eruzione del 79”. Infine l’architetto Gianluca Vitagliano, direttore dei lavori, ha invece spiegato: “Qualche erogatore era stato cementificato e i sali del cemento infiltrati nei blocchi di pietra rischiavano di spaccarli. Il trattamento protettivo per materiali lapidei, a cui sono state sottoposte le fontane restaurate, ne impedirà a lungo un ulteriore deterioramento”.
Il restauro non è stato inaugurato in maniera ufficiale, risulta tuttavia importante e inoltre queste famose fontane continuano ancora oggi a dissetare i turisti.