MILANO – C’è grande attesa per la riapertura del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, prevista per il prossimo 16 ottobre.
“Il Centro Pecci è già un punto di riferimento per l’arte contemporanea in Toscana, ma la nostra ambizione è di farlo diventare punto di riferimento anche per l’Italia e per l’Europa”. – Ha dichiarato il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che ha presentato al Museo del ‘900 di Milano la sua riapertura – . “Essere qui a 100 giorni dalla sua inaugurazione – ha detto ancora Biffoni – è per me motivo di orgoglio. L’idea che ci muove è di realizzare qualcosa di necessario per Prato, una città terribilmente contemporanea che ha vissuto le sfide che il presente ci sta offrendo sotto tutti i punti di vista, dal sociale all’economico”. Il rinato Centro Pecci, ha concluso il primo cittadino, “non vuole essere soltanto un museo” ma “qualcosa che provi a raccontare la nostra quotidianità letta con gli occhi dell’arte. Una sfida che riteniamo di poter vincere”.
E infatti sono previste grandi novità per il Centro Pecci, a partire innanzi tutto dalla sede costruita ex novo e con un design dall’aspetto avveniristico, tanto da ricordare una navicella spaziale. Il progetto architettonico è diMaurice Nio e la riqualificazione dell’edificio originario di Italo Gamberini.
Il nuovo centro vedrà i suoi spazi espositivi raddoppiati e avrà a disposizione anche un archivio e una biblioteca specializzata con oltre 50.000 volumi. Sarà inoltre dotato di un teatro all’aperto, un cinema/auditorium e uno spazio performativo all’interno delle galleria. Saranno infatti previste oltre a mostre anche concerti, performance, conferenze e proiezioni, nell’ottica di un sempre maggior coinvolgimento del pubblico. Un luogo dunque molto versatile con molte attività educative ma anche un ristorante, un pub e un bistrot. Insomma il Centro ha lo scopo di diventare un punto di riferimento culturale e aggregativo, indagando tutte le discipline della contemporaneità. La mostra inaugurale, dal titolo “La fine del mondo” sarà a cura deldirettore Fabio Cavallucci con il supporto di vari collaboratori e advisor, occuperà l’intera superficie espositiva del museo. La mostra non intende manifestare una visione catastrofica e apocalittica, ma semmai dare uno sguardo al nostro presente con l’occhio della distanza, che spinge a vedere il mondo da lontano e a pensare alle incommensurabili distanze cosmiche e ai lunghissimi tempi della storia della Terra e dell’Universo.
L’occasione della riapertura del Centro Pecci, al quale la Regione Toscana attribuisce il compito di coordinamento del contemporaneo in regione, darà anche l’opportunità di ospitare, nella città di Prato, una serie di eventi e mostre parallele. Tra queste un’iniziativa con grandi opere prodotta dai galleristi toscani in uno spettacolare edificio di archeologia industriale, mostre dedicate ai giovani artisti, opere negli spazi pubblici, e i progetti del recente concorso per il Parco Centrale di Prato che vede la partecipazione di alcuni dei migliori architetti e paesaggisti mondiali.