RAGUSA – Nei giorni scorsi sono stati resi noti i primi risultati della campagna di scavi effettuata presso Necropoli di contrada San Nicola-Giglia, in territorio di Chiaramonte Gulfi (Ragusa).
Gli scavi sono stati realizzati nell’ambito del progetto di collaborazione tra l’assessorato Beni culturali e dell’identità siciliana, l’Università di Bologna, il Comune di Chiaramonte Gulfi e la cooperativa “Nostra Signora di Gulfi”, proprietaria del fondo su cui insiste l’area di scavo.
La Necropoli di San Nicola-Giglia, parte di un grande insediamento rurale sviluppatosi in epoca imperiale, tardoantica e bizantina, ha restituito nel tempo una notevole quantità di reperti, a testimonianza dell’importanza dell’abitato che si trovava lungo l’asse di collegamento tra Siracusa a Selinunte.
La maggior parte delle tombe rivenute (ad oggi 184) sono del tipo ‘a fossa’, ricavate direttamente nella roccia, ad eccezione di due sarcofagi. Moltissime di esse hanno conservato il corredo funerario, composto da olle di piccole o media dimensione, coppe, brocche e lucerne fittili, bottiglie e piatti di vetro, oggetti di ornamento personale come orecchini, anelli con castoni in corniola o a fascia, spille e fibbie. La Necropoli, che era cristiana e pagana, databile tra il III secolo d.C. e la tarda età imperiale, sembra aver accolto dunque esponenti di una comunità di ceto sociale elevato che abitava nel bassopiano ai piedi dell’altura su cui si trovava l’antico cimitero.
Nell’ambito del progetto, di particolare interesse risulta la ricostruzione in 3D di un cranio di una donna ritrovata all’interno della tomba 55, effettuato dall’Università di Bologna, che ha curato l’aspetto scientifico della campagna sotto la guida della professoressa Isabella Baldini, ordinaria di Archeologia cristiana e medievale. La ricostruzione del volto ha rivelato un’immagine fisica molto attendibile.
Il progetto di cantiere, che ha visto alternarsi attività di scavo e incontri formativi tenuti da esperti archeologi, da funzionari e docenti, prevede inoltre il coinvolgimento di giovani affidati dal Tribunale dei Minorenni alla cooperativa “Nostra signora di Gulfi”, per un percorso educativo di ricerca e studio delle testimonianze archeologiche, che mira alla formazione e all’integrazione attraverso la valorizzazione del territorio e del passato.