VENEZIA – Due qui / To Hear è il titolo del Padiglione Italia alla 60ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia 2024. Promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Luca Cerizza con l’assistenza di Francesca Verga, il progetto ha come fulcro una grande installazione sonora e ambientale dell’artista Massimo Bartolini.
“Due qui / To Hear” si snoda in un percorso che attraversa tutti gli spazi del Padiglione, in cui l’alternanza di vuoti e pieni, movimenti e soste, conduce i visitatori a incontri inaspettati con opere e installazioni di natura sonora e performativa.
Il ritorno di Massimo Bartolini
Massimo Bartolini torna alla Biennale di Venezia dopo la sua partecipazione al Padiglione Italia nel 2013. Il suo contributo, insieme ad altri artisti e collaboratori, dà vita a un’opera che mette in evidenza l’importanza dell’ascolto.
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha sottolineato l’importanza di questo progetto nel contesto della Biennale, evidenziando il suo ruolo nel mettere in dialogo forme espressive della cultura italiana con “manifestazioni e simboli che sono propri alle tradizioni di numerose culture, nella ricerca di una radice comune da cui tutto si genera“.
La centralità dell’ascolto, strumento di conoscenza di sé e degli altri
Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia, ha evidenziato la coincidenza tra il progetto di Bartolini e la recente riproposta di Prometeo. Tragedia dell’ascolto di Luigi Nono, messa in scena a Venezia nel mese di gennaio nella Chiesa di San Lorenzo. Denominatore comune dei due progetti è, infatti, l’importanza dell’ascolto come strumento di conoscenza di sé e degli altri.
La riscoperta delle tradizioni culturali del nostro Paese
Il direttore generale creatività contemporanea e commissario del Padiglione Italia, Angelo Piero Cappello, ha elogiato il progetto per la sua capacità di evocare le radici culturali italiane attraverso varie espressioni artistiche, dall’utilizzo della tradizione musicale alla reinterpretazione del giardino barocco. “Un percorso che intreccia radici culturali antiche, comuni a più popoli nonostante le distanze geografiche e che, al contempo, porta a riscoprire alcune straordinarie tradizioni artistiche e artigianali del nostro Paese, parte di quell’immenso patrimonio culturale che ci contraddistingue. Tutto questo – ha continuato Cappello – avvalora la considerazione che la Biennale non rappresenta la sola città di Venezia, ma l’Italia tutta“.
Il Padiglione Italia in un percorso di ispirazione buddista
Luca Cerizza, curatore del Padiglione, ha spiegato il legame tra il titolo del progetto e la natura relazionale del suono. “Ci si incontra per ascoltarsi e per ascoltare l’altro: un essere umano, una forma naturale, una macchina. Se poi consideriamo che, per Massimo Bartolini, l’arte è un percorso di conoscenza, ‘prestare ascolto’ diventa uno strumento per aspirare a essere forse migliori”.
Varcando la soglia della Tesa 1, i visitatori del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2024 si immergono in un’esperienza sensoriale . Un’architettura labirintica, costruita con materiali da ponteggi, si snoda nello spazio, riecheggiando le macchine sonore barocche e delineando un immaginario giardino all’italiana.
Al centro di questo labirinto, una fontana minimalista – la scultura “Conveyance” (2024) – invita a sostare e a contemplare i movimenti ipnotici di un’onda conica. È qui, in questa oasi di silenzio, che si trova il cuore pulsante del progetto: un’opera sonora composta da due maestre dell’elettronica sperimentale, Caterina Barbieri (1990, Italia) e Kali Malone (1994, Stati Uniti).
Le note si intrecciano con il silenzio, creando un’atmosfera di meditazione e riflessione. Un’esperienza che si completa nel Giardino delle Vergini, dove un coro per tre voci, campane e vibrafono, composto dal maestro della musica minimalista Gavin Bryars (1943, Gran Bretagna) e da suo figlio Yuri Bryars (1999, Canada), avvolge i visitatori con atmosfere contemplative.
Il testo, tratto dalla poesia “A veces ya no puedo moverme” (Certe volte non riesco più a muovermi) di Roberto Juarroz (1925-95, Argentina), evoca un legame profondo tra l’uomo e la natura, come se l’essere umano fosse un albero connesso al mondo attraverso le sue radici.
Questo dialogo tra uomo e ambiente si intensifica nell’installazione temporanea “Audience for a Tree” (2024), dove i visitatori si dispongono in cerchio attorno a un albero del giardino, assumendo il ruolo di spettatori o protettori. Un’azione che diventa metafora del nostro rapporto con la natura, un invito a fermarsi, ad ascoltare e a riflettere.
Le performance di Nicoletta Costa (1953, Italia) e Tiziano Scarpa (1963, Italia), commissionate appositamente per il progetto, esplorano ulteriormente il tema del giardino e dell’albero, arricchendo l’esperienza del Padiglione con nuove suggestioni letterarie.
Eventi collaterali e pubblicazioni
Accanto alla mostra, sarà presentato un Public Program di incontri curato da Luca Cerizza in collaborazione con Gaia Martino. Ispirandosi alla frase di John Cage “Music is everywhere, if we only had ears“, il programma includerà conferenze, interviste, performance musicali, letture, conversazioni e momenti laboratoriali, con ospiti nazionali e internazionali.
Gli incontri si focalizzeranno sempre sul concetto di ascolto e saranno organizzati intorno a quattro temi principali: Natura/Paesaggio, Macchina, Politica dell’ascolto, Spiritualità, con l’obiettivo di dare voce alla prospettiva umana, sociale, spirituale ed ecologica suggerita dal progetto del Padiglione Italia.
Nel mese di maggio, si terrà un evento speciale nel Parco di Villa Fürstenberg a Mestre (VE) con una nuova performance sonora di Massimo Bartolini (Ballad for Ten Trees) insieme a dieci sassofonisti.
Il progetto Due qui / To Hear è accompagnato da due pubblicazioni: una guida della mostra edita da Electa e un volume di approfondimento curato da Luca Cerizza ed edito da Timeo, che includerà una selezione di testi di filosofi, saggisti, artisti, musicologi, musicisti e poeti, insieme a documentazione fotografica del Padiglione e opere di Massimo Bartolini.
La realizzazione del Padiglione Italia è stata possibile grazie al contributo della Direzione Generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura, di TOD’S in qualità di partner, e di Banca Ifis in qualità di sponsor.