ROMA – I due registi, l’inglese Dan Percival con una lunga esperienza negli sceneggiati storici delle BBC, e Alexis Sweet, italiano nonostante il nome, autore televisivo anche di molti spot pubblicitari, hanno scelto una narrazione “fra storia e finzione – hanno spiegato – che non vuol essere un documentario sulla vita di Leonardo, ma un ritratto dell’anima attraverso le sue opere maggiori e le storie nascoste in quelle opere”. La maggior parte delle riprese si è svolta in un teatro di posa alle porte di Formello, dove sono state ricostruite la Milano e la Firenze rinascimentali che fanno da sfondo alla narrazione. Imponenti le scenografie, appropriati i costumi, nel complesso una serie di grande impegno. Resta da vedere quanto piacerà al grosso pubblico televisivo, che oggi appare, a volte, disabituato ai prodotti di qualità.
Il protagonista è l’attore irlandese Aidan Turner, che si è già cimentato con sceneggiati storici per la BBC, affiancato dal nostro bravo Giancarlo Giannini nel ruolo di Andrea del Verrocchio e da Matilda De Angelis, giovane attrice bolognese già con una fitta filmografia alle spalle: l’abbiamo vista di recente fra le presentatrici del festival di Sanremo. Qui veste i panni cinquecenteschi di Caterina da Cremona, un personaggio di cui non si hanno notizie certe ma che si vuole sia entrato nella giovinezza di Leonardo.
La prima puntata è un lungo flash-back che descrive l’incontro di un giovane Leonardo con il personaggio di Caterina da Cremona, misteriosa modella di molti suoi ritratti, che lo aiuterà a giungere ai primi successi nella bottega del Verrocchio. In ogni puntata un’opera leonardesca fa da pretesto per il racconto: seguiamo il pittore nella bottega tra le gelosie dei colleghi e la generale presa di coscienza di un talento fuori del comune. La svolta avverrà quando il Verrocchio chiederà all’allievo da Vinci di assisterlo nell’opera del Battesimo di Cristo.
Assistiamo in seguito alla creazione del ritratto di Ginevra de’ Benci, figlia di un amico del padre che Leonardo dipinge con disagio e che non piacerà al committente. Gli studiosi dicono che di quel quadro si è persa la parte inferiore forse perché danneggiata dagli anni: nel film si narra invece che sia stato proprio il padre di Ginevra a mutilarlo per far sparire le mani che il pittore, per amore di verismo, aveva dipinto con l’anello del casato di una famiglia estranea all’uomo che doveva sposare.
In seguito, come attesta un documento del luglio 1481, la fiction racconta che Leonardo da Vinci aveva ricevuto dai Canonici regolari di Sant’Agostino l’incarico di dipingere la tavola dell’altare maggiore della chiesa di San Donato a Scopeto, situata fuori dalla cerchia muraria di Firenze. Il dipinto, che Leonardo s’impegnava a completare entro 30 mesi, aveva come tema l’Adorazione dei Magi, ma anche questa sua creazione non piacque e fu bloccata in fieri: il pittore lasciò Firenze per recarsi a Milano, alla corte di Ludovico il Moro.
Si vedrà nelle prossime puntate se il racconto prenderà il ritmo, che al momento sembra mancare. Molte le scene in interno alla luce di tante candele fra ombre e penombre suggestive che rallentano l’azione. Il nome di Leonardo resta comunque garanzia di qualità.