ROMA – Riapre, con le limitazioni imposte per i luoghi pubblici dai protocolli di sicurezza, il Tempio di san Biagio, cuore del territorio di Montepulciano, rimasto chiuso per il periodo di quarantena.
Edificato da Antonio da Sangallo il Vecchio tra il 1518 e il 1545, per omaggiare La Madonna col Bambino e San Francesco, attribuita al Maestro di Badia Isola, un artista di scuola senese vicino ai modi di Duccio di Buoninsegna, il tempio rappresenta un capolavoro del Cinquecento toscano e si colloca al centro di un prato pianeggiante: una posizione, fuori della città, in mezzo a un paesaggio straordinario, che ne evidenzia la grandiosità.
“L’origine della chiesa è legata ad un fatto miracoloso avvenuto il 23 aprile 1518, quando due fantesche, Antilia e Camilla, e un contadino di nome Toto, passando dinanzi ad un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino e San Francesco, hanno visto la Vergine aprire e chiudere gli occhi, come se fosse viva – spiega il sito del tempio che lo descrive come una chiesa con pianta a croce greca, cupola centrale e abside semicircolare, affiancata da due campanili, di cui solo quello a sinistra risulta compiuto, ed è tutta in travertino. All’interno, l’unica parete corredata di numerosi elementi decorativi è quella corrispondente all’Altare Maggiore dove si trova un grande dossale marmoreo al centro del quale si inserisce l’affresco raffigurante la Madonna col Bambino e san Francesco, protagonista dei miracoli che portarono alla costruzione del tempio”.
Davanti alla chiesa si trova l’armonioso edificio della Canonica, con due bei loggiati, eseguita intorno al 1550.
L’invito ai visitatori è quello di calpestare quel prato, sagrato naturale, dove si erge il Tempio e varcare la soglia in travertino della Chiesa: come ha rilevato don Domenico Zafarana turisti o pellegrini, credenti o non credenti, entrando “gustino la soavità e la linearità di un edificio sacro, molto caro alla tradizione cristiana, che nei cinque secoli della sua storia non è stato soggetto se non a poche e rare modifiche che ne hanno conservate la bellezza estetica e l’efficacia stilistica. Non a caso – nel grande e centrale altare marmoreo, attorno al quale si sviluppa il complesso sacro – è iscritta quella frase cara ai Padri della Chiesa dei primissimi secoli dell’era cristiana: ‘Hinc Deus homo et homo Deus’. Qui, in questo luogo, grazie alla bellezza, Dio può diventare uomo”.
L’orario di ingresso è tutti i giorni dalle 11.00 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 18.00. La domenica dalle 12.00 alle 19.00, dopo la Santa Messa, che si celebra alle ore 11.00.