PARIGI – È stato mostrato a Parigi un dipinto che potrebbe essere attribuito a Caravaggio. Si tratta di una versione di Giuditta e Oloferne. La composizione riprende quella del grande maestro conservata alla Galleria d’Arte Antica di Roma, Palazzo Barberini. In realtà, come riporta “Le Figaro”, sembrerebbe che Caravaggio abbia eseguito una seconda versione tra il 1604 – 1605, a Napoli, successivamente andata perduta, di cui esisterebbe una copia realizzata dal pittore fiammingo Louis Finson, di proprietà di Intesa San Paolo ed esposta a Palazzo Zevallos a Napoli. Finson avrebbe parlato dell’opera originale da lui copiata, nel suo testamento del 1617.
Al momento dunque non vi è certezza che il dipinto ritrovato possa essere del Caravaggio. Alcuni elementi della composizione possono indurre a vedere la mano del grande pittore nel dipinto, ma molti esperti sembrano invece dubitare sull’attribuzione. Tra questi la storica dell’arte Mina Gregori, grande esperta del pittore lombardo, che non sembra essere convinta si tratti di un Caravaggio autentico, nonostante l’ottima qulità del dipinto. Tuttavia il ministero della Cultura francese ha emanato un decreto che vieta alla tela di uscire dal territorio francese, essendo stata decretata “Tesoro nazionale”. “Quest’opera recentemente scoperta è di un grande valore artistico, potrebbe essere identificata come una composizione scomparsa di Caravaggio” recita il decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dal governo. Secondo Eric Turquin, esperto a capo del gabinetto incaricato degli studi sull’opera, “il dipinto, ritrovato dopo una fuga d’acqua dalla soffitta, è in uno stato di conservazione eccezionale”. “Il quadro ha raggiunto una collezione privata di Tolosa a metà del XIX/o secolo, i proprietari sarebbero discendenti di un ufficiale dell’esercito napoleonico”. Nell’aprile del 2014 queste persone notarono una fuga d’acqua nella loro casa. Forzando la porta in un angolo scoprirono il dipinto dimenticato lì da anni”.
Il valore stimato della tela, se fosse realmente del Caravaggio, ad oggi sarebbe di circa 120 milioni di euro. Nel frattempo gli esperti del Centro di ricerche e restauri dei Musei di Francia hanno trenta mesi per cercare di capire se si tratti realmente di un’opera originale del Caravaggio o di un suo seguace. Nell’attesa “Le Figaro” ha mostrato una foto dell’opera.
Nel frattempo il Movimento Neoborbonico, in un comunicato ha invitato il sindaco De Magistris “a rivendicare la proprietà dell’opera” , della quale “il governo francese ha vietato l’uscita dal territorio nazionale”. “Famosi sono i bandi che ordinavano ai funzionari francesi di marchiare con il timbro “Per la Repubblica Francese” le opere d’arte napoletane e italiane – scrivono i Neoborbonici – comprese quelle di Pompei ed Ercolano e quelle non ancora ritrovate negli Scavi. Per il movimento il quadro attribuito a Caravaggio è dunque probabilmente “l’ennesimo esempio dei saccheggi compiuti dai francesi nel Regno di Napoli sia durante la repubblica napoletana (1799) che durante il “decennio francese” (1806-1815)”.