ROMA – La “Nuvola” di Fuksas è finalmente ultimata, i lavori si sono infatti ufficialmente conclusi il 30 giugno scorso. Otto anni per la sua realizzazione e trecento milioni di investimento, oltre che polemiche a non finire. Ora partiranno i collaudi che dureranno alcuni mesi, da quel momento la nuova struttura potrà essere utilizzata al servizio della città, anche se non è stato ancora scelto un nome. Per questo è stato infatti ideato un concorso. Il nome verrà rivelato il 29 ottobre durante una diretta Rai in cui sarà annunciato il vincitore. A quel punto il polo congressuale sarà ufficialmente avviato.
Per la sua realizzazione sono state impegnate 20 mila tonnellate d’acciaio, ha spiegato il presidente del Consiglio di Gestione di Condotte, Duccio Astaldi, “pari a quasi 3 volte quelle in ferro usate per la Tour Eiffel”. Il Centro Congressi potrà ospitare fino a ottomila persone, di cui oltre 6.000 nelle sale congressuali e 1.762 nell’Auditorium “cuore scenografico del progetto”, come è stato appunto definito. All’interno della grande Teca al piano -1 vi sono le sale congressuali, di cui la Plenaria che può ospitare fino a 6.000 persone, distribuite su 9.000 mq di spazio modulabile grazie a un sofisticato sistema di pareti mobili. Il mezzanino è invece destinato agli uffici, mentre il cosidetto “livello forum” è una sorta di agorà polivalente di 6000 metri quadrati proprio sotto l’Auditorium, contenuto a sua volta da 14 mila metri quadrati di telo in fibra di vetro (la “nuvola”). La struttura è servita da 15 ascensori, di cui 8 panoramici, e due scale mobili. E’ inoltre presente un hotel di lusso di 439 stanze.
Il primo appuntamento è fissato per ottobre 2018. Si tratta del Congresso mondiale degli avvocati (Iba) che porterà seimila delegati da tutto il mondo a Roma.
Secondo il presidente di Eur Spa, Roberto Diacetti, questo complesso architettonico sarà un forte attrattore per il turismo congressuale, capace di generare flussi economici e occupazionali importanti. Si stima, ha ricordato l’ad di Euro Spa Enrico Pazzali, “che un congressista spenda circa 1.400 euro a congresso, e noi, a regime, possiamo puntare a ospitare tra i 200 e i 300 mila congressisti l’anno”.