ROMA – Gli scavi archeologici che si sono conclusi venerdì 18 ottobre, in via del Governo Vecchio, hanno fatto riaffiorare due tombe medioevali. Attualmente i materiali rinvenuti sono allo studio da parte degli archeologi.
Le sepolture erano probabilmente pertinenti alla Chiesa medioevale di Santa Cecilia a Monte Giordano, risalente al 1123 e demolita nella prima metà del XVII secolo per fare spazio all’Oratorio dei Filippini completato da Francesco Borromini.
La prima sepoltura, che risulta parzialmente distrutta dal passaggio di sotto servizi, è delimitata da porzioni di muri in laterizi con tramezzi interni. Due gli scheletri rivenuti all’interno: quello di una giovane donna di circa 30 anni, con una conchiglia in mano e quello di un uomo sempre della stessa età. La sepoltura non presenta un corredo funerario, fatta eccezione per una moneta e altri frammenti di conchiglie. Anche la seconda sepoltura risulta danneggiata.
Le conchiglie presentano due fori per poter essere appese alla tipica collana indossata inizialmente dai devoti in viaggio per Compostela e successivamente da tutti i pellegrini. Questo fa ipotizzare che si possa trattare di un cimitero destinato ai pellegrini, sito lungo la via Papalis, la strada che da San Giovanni, all’epoca sede del Papa, conduceva a San Pietro.
La soprintendente Daniela Porro ha spiegato: “La scoperta delle sepolture a via del Governo Vecchio ci svela un pezzo della vita medioevale della città, un’epoca in cui Roma era meta di grandi pellegrinaggi, e riporta anche alla luce un’area del culto di Santa Cecilia, cui i romani erano particolarmente devoti in epoca tardo antica e nel Medioevo, tanto da dedicarle ben sei chiese”.