ROMA – Sono state strappate dal selciato e rubate nella notte, tra il 9 e il 10 dicembre a Roma, 20 “pietre d’inciampo” installate a via Madonna dei Monti 82 e realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, in memoria dei cittadini ebrei deportati nei campi di concentramento. Le “pietre d’inciampo” sono della targhe in metallo della grandezza di un sanpietrino, che l’artista tedesco, dal 1993, posiziona davanti alle abitazioni di cittadini ebrei deportati durante il nazismo. A Roma il progetto “Memorie d’inciampo” ha inizio nel 2010, con la curatela di Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione Arte in Memoria.
La denuncia del terribile atto che si è consumato la notte scorsa arriva proprio dall’Associazione. Le pietre rubate, dedicate a 20 membri della famiglia Di Consiglio, erano state installate il 9 gennaio del 2012.
“Si tratta di un gesto reso possibile, legittimato, da un governo che discrimina e perseguita le persone diverse, le minoranze e tutti coloro che lottano per i diritti civili. Stiamo vivendo un momento terribile” – ha dichiarato Adachiara Zevi.
In un post scritto su Facebook la presidente del Municipio I di Roma, Sabrina Alfonsi, dichiara: “Il Municipio è vicino all’Associazione Arte in Memoria che dal 2010 si occupa di queste installazioni e favorirà al più presto il ripristino delle stesse”.
La procura di Roma ha nel frattempo aperto un fascicolo di indagine. L’ipotesi di reato è furto aggravato dall’odio razziale. L’indagine è affidata al procuratore aggiunto Francesco Caporale che è in attesa di un’informativa sull’accaduto da parte dei carabinieri, che stanno infatti effettuando alcuni rilievi sul posto.
Non è tuttavia la prima volta che a Roma vengono rubate le “pietre d’inciampo”. Nel gennaio 2012 infatti vennero divelte quelle collocate in via Santa Maria in Monticelli, di fronte alla casa da cui furono deportate le sorelle Spizzichino, vittime della Shoah. I sampietrini in ottone, con su inciso il nome delle vittime, l’anno di nascita e di morte, erano stati sistemati due giorni prima e vennero sostituiti con normali cubi di porfido. Autore dell’ignobile gesto un romano che, ammettendo le sue responsabilità, spiegò che non si era trattato di un gesto antisemita ma più semplicemente legato a un fatto meramente “estetico”. L’uomo aveva affermato che quell’installazione sembrava “un cimitero”. Sempre lo stesso anno, nella notte tra il 29 e il 30 maggio, un’altra pietra d’inciampo, collocata a via Garibaldi 38 in memoria di Augusto Sperati, falegname trasteverino antifascista, deportato nel lager di Mauthausen e ucciso nel ’44 nel Castello di Hartheim, veniva sostiutita con un comune sanpietrino, per poi essere successivamente ricollocata il 4 gennaio 2013. E ancora, in via Urbana 2 nel Rione Monti, il 7 febbraio 2014, sparì per la seconda volta la pietra dedicata a don Pietro Pappagallo, sacerdote che protesse i perseguitati dal regime fascista, arrestato e fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, ispiratore anche del film di Roberto Rosselini Roma città aperta. La pietra era stata posizionata il 9 marzo 2012 e già nel 2013 era stata tolta a causa di lavori stradali e successivamente riposizionata.
L’Associazione Arte in Memoria e il primo Municipio ha intanto decisio di promuovere “un presidio silenzioso a cui invitano tutti i cittadini romani per testimoniare il loro sdegno contro il furto delle 20 pietre d’inciampo in memoria della famiglia Di Consiglio sterminata dai nazi-fascisti. Aderiscono – si legge in una nota – l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità Ebraica di Roma. Appuntamento è oggi, lunedì 10 dicembre, alle ore 20,00 in via Madonna dei Monti 82 a Roma”.