SIENA – Le Torri costituiscono una caratteristica della cittadina toscana che nel XIII secolo divenne sede di una ricca aristocrazia urbana, che espresse la propria affermazione politica e sociale proprio attraverso la costruzione di torri. Nel Trecento erano 72 le torri che coronavano il borgo, mentre ad oggi ne sono rimaste solo 14, tra cui quella donata al Fai, l’unica il cui spazio interno è rimasto completamento vuoto e che stupisce quindi per la sua altezza. Per il restauro, la valorizzazione e l’apertura al pubblico di Torre e Casa Campatelli, il Fai ha raccolto e investito 2.000.000 di euro.
La visita proposta dal Fai prevede due fasi distinte: nella prima, il pubblico viene guidato in un percorso multimediale che offre gli strumenti per conoscere e apprezzare San Gimignano e la sua storia, le sue campagne, i suoi personaggi e le vicende del palazzo e della famiglia Campatelli. Nella seconda parte invece il visitatore è libero di muoversi al piano nobile e di entrare nell’intimità di una famiglia, sfogliare album fotografici e lettere, soffermarsi su arredi e pitture senza barriere tra sé e gli oggetti, libero di dedicare il tempo che vuole, di fermarsi a leggere o di dare solo un’occhiata, di scegliere cosa vedere. Caratteristica del progetto dunque è l’aspetto allo stesso tempo tradizionale e innovativo nelle modalità di interazione con il visitatore, che consente un’esperienza coinvolgente e un’offerta di momenti di conoscenzapersonalizzabili secondo gli interessi di ciascuno. L’obiettivo finale – spiega il Fai – è infatti quello di favorire un turismo consapevole, dedicato a chi è desideroso di comprendere pienamente il significato della bellezza, insomma favorire uno “slow traveller” alternativo al classico turista “mordi e fuggi”.
La Torre e Casa Campatelli è il 31° bene del Fai che viene aperto ai visitatori ed è anche l’unica casa privata di San Gimignano regolarmente aperta al pubblico.
Il Fai, in una nota, scrive di essere “grato alla donatrice, che già alla fine degli anni Ottanta – quando la Fondazione non era ancora così conosciuta – ha avuto la lungimiranza di riconoscergli quel valore aggiunto che significa non solo conservare e rendere pubblico un bene, ma anche valorizzarlo e metterlo al centro di un “racconto”. Sogno di Lydia Campatelli era infatti quello di fare innamorare i turisti di questo borgo medievale, facendo conoscere più profondamente la sua storia millenaria, i suoi capolavori, il suo paesaggio, e tramandare ai posteri la storia della sua famiglia.