VARESE – Sono iniziati i lavori di monitoraggio e manutenzione del ciclo di affreschi nell’abside della chiesa di Santa Maria foris portas, situata nel Parco Archeologico di Castelseprio, riconosciuto sito seriale UNESCO nel 2011. Durante questo periodo (il termine dei lavori è previsto per la primavera 2025), la chiesa rimarrà aperta ai visitatori che potranno osservare le operazioni di restauro durante gli orari di apertura, con l’obiettivo di minimizzare eventuali disagi.
L’iniziativa è supportata da Intesa Sanpaolo nell’ambito di Restituzioni, il programma biennale dedicato al restauro di opere d’arte del patrimonio culturale italiano. L’intervento prevede una mappatura dettagliata dello stato di conservazione degli affreschi, seguita da una pulitura a secco e, dove necessario, l’applicazione di iniezioni di malta idraulica naturale per consolidare l’intonaco.
Come spiegato da Stefano Aiello, Direttore del Parco Archeologico,“L’intervento si inserisce nel programma di tutela, studio e ricerca intrapreso dal Parco di Castelseprio per conto della Direzione regionale Musei nazionali Lombardia”.
Importanza degli affreschi
Il ciclo di affreschi nella chiesa di Santa Maria foris portas è di rilevante importanza per lo studio dell’arte pittorica medievale lombarda. Rappresenta scene dell’infanzia di Cristo, con episodi tratti dai Vangeli apocrifi, alcuni dei quali piuttosto rari. La narrazione si sviluppa su due registri sovrapposti, conservati solo in parte.
Inizia con l’Annunciazione, prosegue con la Visitazione e la Prova delle Acque Amare, episodio in cui Maria beve una bevanda per attestare pubblicamente la sua verginità. L’autore, forse originario di Costantinopoli, rimane ignoto; i nomi dei personaggi sono riportati in caratteri greci, e lo stile pittorico presenta forti legami con la pittura classica. La datazione degli affreschi è oggetto di dibattito tra gli studiosi, con ipotesi che spaziano tra il VI e il IX secolo.
Precedenti interventi di restauro
L’ultimo significativo intervento di restauro sul ciclo di affreschi, scoperto nel 1944 dallo storico e archeologo lombardo Gian Piero Bognetti, risale ai primi anni Novanta ed è stato eseguito dalla restauratrice Pinin Brambilla.
Dettagli tecnici dell’intervento attuale
L’attuale intervento, affidato a Luigi Parma, avrà carattere conservativo e manutentivo, preservando il restauro precedente. Le operazioni includono:
• Osservazione degli affreschi con documentazione fotografica preliminare a luce diffusa e radente per verificare la complanarità dell’intonaco e individuare eventuali sollevamenti o decoesioni della materia pittorica.
• Mappatura digitale di ogni scena, segnalando zone di distacco, problemi di adesione o coesione dell’intonaco.
• Spolveratura leggera con pennelli morbidi per rimuovere il materiale superficiale senza intervenire sulle aree con decoesione o sollevamenti.
• Pulitura a secco mediante spugne specifiche per eliminare depositi più tenaci.
• Consolidamento delle zone di intonaco decoeso con iniezioni di malta idraulica naturale e, dove necessario, utilizzo di resine acriliche per risolvere decoesioni tra intonachino e arriccio.
• Rimozione meccanica di incongruenze materiche sul supporto murario nelle zone inferiori, seguita da stesura di malta a base di calce e sabbia selezionata, simile all’intonaco originale.
• Trattamento locale di decoesioni e sollevamenti della materia pittorica mediante l’impiego di nanotecnologie.