MILANO – Giovanni Maria Sacco presenta Metafisica Concreta alla galleria Still Fotografia di Milano, un’esposizione che raccoglie il frutto di una lunga ricerca visiva, attraverso 30 fotografie in bianco e nero, rigorose e poetiche al tempo stesso, che ci conducono in un percorso affascinante attraverso l’architettura e il paesaggio.
Un’indagine fotografica sull’”essere”
Giovanni Maria Sacco, nato a Roma nel 1954, esplora il concetto di “essere” attraverso il suo obiettivo, rivelando una dimensione della realtà che si nasconde oltre l’apparenza. Le fotografie di Metafisica Concreta concentrano l’attenzione su paesaggi e architetture, configurandosi come un invito a osservare ciò che è, e ciò che sta oltre. Il fotografo romano utilizza una composizione rigorosa e un bianco e nero studiato per guidare lo spettatore verso una percezione diversa della realtà.
“Mi piace pensare che ogni fotografia sia una scena che testimonia un legame di appartenenza al tutto,” scrive la curatrice Benedetta Donato nell’introduzione al libro omonimo dal quale sono tratti gli scatti. Un concetto che emerge anche nel contributo critico di Flavia Concina, che descrive le opere di Sacco come “un correlativo oggettivo” capace di evocare emozioni profonde senza mediazioni.
Sacco descrive il suo lavoro come un susseguirsi di “metafore concrete” in cui ogni immagine diventa una riflessione visiva sul concetto di metafisica. Le sue fotografie esplorano luoghi e architetture che portano i segni della storia e della cultura italiana, come il Borgo Schirò a Palermo, il Cretto di Burri a Gibellina Nuova e la Piramide del 38° Parallelo di Motta d’Affermo. La scelta di soggetti emblematici della cultura architettonica italiana non è casuale, poiché Sacco si concentra su edifici e paesaggi che esprimono un’atemporalità, una resistenza al passare del tempo e una condizione umana intrisa di “solitudine dell’esistenza.”
“La metafisica si occupa di ciò che sta al di là dell’universo fisico che noi percepiamo,” osserva Sacco nella postfazione del libro. “Attraverso le mie immagini, cerco di mostrare l’essenza delle cose, di come esse sono realmente oltre l’apparenza.”
Un percorso visivo tra silenzio e assenza
Le fotografie di Sacco sono caratterizzate da un silenzio profondo, dalla completa assenza di figure umane, enfatizzando così una visione della realtà che prescinde dall’osservatore. “La realtà delle cose è indipendente dalla presenza di osservatori,” afferma Sacco, convinto che il mondo esista con o senza il nostro sguardo. Le sue immagini sono prive di distrazioni, minimali e rigorose, come se volessero restituire solo ciò che è essenziale.
Il titolo stesso, “Metafisica Concreta,” contiene un ossimoro che evidenzia la volontà di Sacco di catturare l’invisibile con la concretezza della fotografia. Questo approccio è particolarmente evidente nella traduzione inglese del titolo, “Concrete Metaphysics,” dove la parola “concrete” assume un duplice significato, riferendosi sia alla concretezza dell’immagine che al materiale architettonico del cemento.
La fotografia come spunto di riflessione
Giovanni Maria Sacco ha iniziato a fotografare all’età di otto anni e, dopo una lunga carriera accademica come professore di informatica, ha deciso di dedicarsi completamente alla sua passione per l’immagine. Le sue opere, spesso ispirate da un’estetica minimalista, sono state esposte a livello internazionale e premiate in numerosi concorsi. Metafisica Concreta rappresenta il culmine di un lungo percorso di ricerca e un’esplorazione visiva che invita gli spettatori a riconsiderare la loro relazione con lo spazio e il tempo.
Vademecum
Giovanni Maria Sacco – METAFISICA CONCRETA, a cura di Benedetta Donato
Still Fotografia (Milano, Via Zamenhof 11)
Opening mostra: giovedì 14 novembre ore 18.30 – Preview Stampa: giovedì 14 novembre, ore 17:00
Date: 15 novembre 2024 – 31 gennaio 2025
Orari: martedì-venerdì dalle ore 15:00 alle ore 19:00
Ingresso libero
Informazioni: tel. 02.36744528 – info@stillfotografia.it – www.stillfotografia.it