ROMA – Saranno illustrati mercoledì 5 aprile in un convegno alla Sapienza i risultati della clamorosa scoperta avvenuta durante gli scavi della Metro C sotto Piazza Celimontana, di fronte all’Ospedale militare del Celio. Si tratta del rinvenimento, a circa 20 metri di profondità, di quello che dovrebbe essere il più antico Acquedotto romano, risalente al terzo secolo avanti Cristo. Ne parla oggi Edoardo Sassi in un articolo de “Il Corriere della Sera” .
La scoperta è stata resa nota lunedì 3 aprile ma in realtà, come riporta lo stesso quotidiano, è avvenuta negli ultimi mesi del 2016. Simona Morretta, funzionario archeologo responsabile dell’area Celio per la Soprintendenza di Stato ha spiegato: “I resti sono emersi durante i lavori della Metro C, scavo iniziato più di due anni fa, per un pozzo di aerazione del diametro di circa 32 metri e che coinvolge una superficie di circa 800 metri quadri. Solo grazie alle paratie di cemento per i lavori della metro siamo potuti scendere a quel livello, studiando per la prima volta tutta insieme l’intera stratigrafia di Roma, cioè partendo dalle case attuali e arrivando giù giù fino a una tomba con corredo funerario, due ciotole, risalente all’Età del Ferro, fine X-inizi IX secolo avanti Cristo”. L’acquedotto come spiegato dall’archeologa venne abbandonato nella primissima età imperiale e fu successivamente utilizzato come fogna in età tardo antica.
Comunque tutti i dettagli di questo incredibile ritrovamento verranno spiegati dalla stessa Simona Morretta e da Paola Palazzo, che ha diretto lo scavo con la cooperativa “Archeologia” nella relazione intitolata “Un tratto di acquedotto repubblicano rinvenuto negli scavi Metro c di piazza Celimonana” che verrà presentata nel convegno alla Sapienza.