ROMA – Tre sedi: Pavia, Napoli e San Pietroburgo per una mostra “epocale” sui Longobardi dal titolo “Longobardi. Un popolo che cambia la storia”. La mostra, che sarà inaugurata a Pavia il 26 agosto per fare poi tappa a Napoli dal 15 dicembre, e infine sbarcare ad aprile 2018 al Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, è stata presentata il 3 aprile a Pavia. Saranno coinvolti in particolare il Museo Archeologico di Napoli e i Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia. Susanna Zatti, direttrice dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia e Paolo Giulierini, direttore del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, hanno infatti siglato l’atto ufficiale che definisce la collaborazione per la realizzazione dell’esposizione, alla presenza del Sindaco della città lombarda Massimo Depaoli, l’Assessore alla Cultura Giacomo Galazzo e Maurizio Cecconi Segretario Generale di Ermitage Italia.
La curatela dell’evento sarà di Gian Pietro Brogiolo e Federico Marazzi con Ermanno Arslan, Carlo Bertelli, Caterina Giostra, Saverio Lomartire e Fabio Pagano.
Saranno oltre 300 le opere esposte, più di 100 i musei e gli enti prestatori, oltre 50 gli studiosi coinvolti nelle ricerche e nel catalogo edito da Skira, 32 i siti e i centri longobardi rappresentati in mostra, 58 i corredi funerari esposti, 17 i video originali e le installazioni multimediali, 4 le cripte longobarde pavesi aperte per la prima volta al pubblico in un apposito itinerario e centinaia i materiali provenienti dai depositi del MANN. L’esposizione, a differenza di tutte quelle realizzate fin d’ora, cercherà di dare una visione complessiva del ruolo, dell’identità, delle strategie, della cultura e dell’eredità del popolo longobardo.
Paolo Giuilierini in occasione della presentazione ha dichiarato: “Per il MANN un’altra grande sfida culturale. Proporre al Museo Archeologico di Napoli, emblema della classicità, la vicenda e la storia di un popolo che tradizionalmente fu ritenuto barbaro, contribuisce da una parte a far comprendere la visione, spesso distorta e filoromana della storia ma, sopratutto, che ora come allora dalla diversità culturale si originano nuove forme di civiltà, capaci di far fronte agli scenari che si avvicendano nel tempo. Questa mostra ha il merito, tra i tanti, di enfatizzare tre parole chiave oggi estremamente cruciali: Europa, Mediterraneo, dialogo tra Italia settentrionale e Meridione. Non si può chiedere di più, in termini di attualità, ad una rilettura scientifica ed espositiva dei Longobardi”.