PERUGIA – Si è svolta a Palazzo Donini di Perugia una conferenza per fare il punto sugli interventi di messa in sicurezza e restauro dei beni culturali mobili danneggiati dagli eventi sismici. Presenti all’incontro l’assessore regionale alla Cultura, Fernanda Cecchini, la soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria e coordinatore dell’unità di crisi dell’Umbria per il Mibact, Marica Mercalli, il direttore generale della Fondazione Cassa Risparmio Firenze, Gabriele Gori, e Marco Ciatti, direttore dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Durante la conferenza è stato illustrato il lavoro svolto sia presso il deposito della Regione di Santo Chiodo (Spoleto) sia in alcuni siti dell’area interessata dal sisma, da parte dei restauratori beneficiari delle borse di studio, messe a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze sulla base di un accordo con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso della conferenza, ha affermato: “A soli dieci mesi dagli eventi sismici di ottobre, parte in Umbria la ricostruzione di un consistente patrimonio culturale danneggiato dal terremoto, a partire dalle chiese, per un importo complessivo di oltre 20 milioni di euro”.
“Con le ordinanze ’23’ e ’32’ potranno partire subito – ha detto ancora Marini – i lavori di ricostruzione di ben 38 chiese, la maggior parte delle quali ubicate nell’area del cratere, per un importo complessivo di 11 milioni di euro”.
“Al momento – ha dichiarato la soprintendente Mercalli – sono arrivate a 6 mila le opere ricoverate nel deposito di Santo Chiodo, una struttura unica in Italia, realizzata con grande preveggenza dalla Regione Umbria, con la quale stiamo collaborando per la messa in sicurezza del maggior numero di opere, e per il loro restauro, grazie alla collaborazione con l’Opificio di Firenze e la generosità della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, che sta finanziando le borse di studio per le restauratrici”. La soprintendente ha poi chiarito: “Vorrei cogliere questa opportunità per precisare che non operiamo alcuna selezione delle opere da recuperare e mettere in sicurezza, bensì cerchiamo di salvare quante più opere possibili, danneggiare dal sisma. E in alcuni casi si tratta di interventi di recupero molto complessi, da realizzare dopo aver messo in sicurezza gli edifici pericolanti”.
Gabriele Gori, direttore generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, ha voluto ringraziare i giovani che stanno lavorando assieme al personale della soprintendenza “con grande entusiasmo e competenza. E’ anche per loro e per il loro futuro che abbiamo voluto questo progetto” ha detto Gori.
“La Fondazione – ha continuato Gori – farà di tutto per mantenere alto questo primato e condividere questo capitale di saperi che sostiene nel proprio territorio di riferimento siano esportati nel momento del bisogno”.
Infine il direttore dell’Opificio, Marco Ciatti, ha sottolineato: “Subito dopo gli eventi sismici l’attenzione dell’Opificio pietre dure si è concentrata sullo splendido deposito, antisismico e mirabilmente attrezzato, di Santo Chiodo di Spoleto, dove la Soprintendenza, grazie alla collaborazione della Regione Umbria, con grande abnegazione stava gestendo la raccolta, sempre più sterminata dei beni colpiti. Il progetto che si è immediatamente imposto nella nostra mente è stato di cercare di replicare a Spoleto il modello del deposito-cantiere di Sassuolo, vista l’assoluta positività di tale esperienza. Oltre a questo l’Opificio si è assunto l’impegno del restauro diretto di un numero limitato di opere, che sono state trasferite nei laboratori dei settori dei dipinti mobili, bronzi, oreficeria e sculture lignee dell’Istituto”.