CALTANISSETTA – Sono oltre 20mila, per un valore superiore ai 40 milioni di euro, i reperti recuperati nell’ambito dell’operazione denominata “Demetra”, condotta dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC), che all’alba del 5 luglio ha portato allo smantellatamento di un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di beni archeologici siciliani. Ventitré le misure cautelari, emesse dal gip di Caltanissetta, eseguite tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna dai militari del comando Tutela patrimonio culturale (TPC).
I particolari dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Caltanissetta.
In Italia l’operazione è stata condotta in sinergia con i comandi provinciali di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Crotone, Enna, Lecce, Napoli, Novara, Taranto, Torino, Ragusa, Siracusa e il supporto del 9° Nucleo elicotteri di Palermo e dello squadrone eliportato Cacciatori Sicilia. Eseguite anche numerose perquisizioni per la ricerca di reperti trafugati. In ambito europeo, grazie al coordinamento di Europol e Eurojust, sono stati eseguiti tre mandati di arresto nei confronti di componenti dell’organizzazione residenti a Londra, Ehingen e Barcellona. Oltre 250 i Carabinieri impegnati, che hanno operato sia in territorio italiano che estero, congiuntamente ad investigatori della Metropolitan Police di Londra, della Polizia Criminale del Baden-Württemberg e della Guardia Civil spagnola.
Le indagini hanno preso il via nell’estate 2014 a seguito di un episodio di scavi clandestini nel territorio di Riesi (Caltanissetta). Una vicenda che si è rivelata non essere un caso isolato ma, come spiegato dagli investigatori, “riconducibile ad un fenomeno di sistematica aggressione al patrimonio archeologico siciliano”.
Due i filoni, uno siciliano e uno internazionale, seguiti dai carabinieri Il primo, da cui sono partite le indagini, ruota attorno alla figura cardine di Franceso Lucerna, 76 anni, di Riesi, riferimento di un sodalizio criminale che da decenni operava un sistematico saccheggio delle aree archeologiche fra Caltanissetta e Agrigento. I reperti venivano venduti a facoltosi collezionisti del nord Italia, consapevoli della provenienza illecita dei beni. Il gruppo disponeva anche di falsari, con laboratori nella provincia di Catania. Il secondo filone di indagine ha invece permesso di individuare un collegamento con una holding criminale transnazionale guidata dal mercante d’arte londinese William Thomas Veres (destinatario di un mandato d’arresto europeo). “Grazie ad una complessa rete logistico-operativa estesa tra l’Italia, la Spagna e la Germania – hanno spiegato gli investigatori – l’organizzazione era in grado di trafficare considerevoli quantitativi di beni archeologici siciliani”. I reperti, provenienti da scavi clandestini, venivano presi in consegna dai referenti locali dell’organizzazione e poi affidati a corrieri che li esportavano clandestinamente in Germania.
Giunti a destinazione, i reperti venivano ‘ripuliti’ attraverso fittizie attestazioni di provenienza e immessi nel mercato legittimo dell’arte, attraverso case d’asta operanti a Monaco di Baviera. Per aumentare ulteriormente i profitti, anche questa organizzazione disponeva di falsari, la cui base logistica è stata individuata a Riesi. In manette, oltre a Veres, sono finiti anche Andrea Palma, 36 anno, residente a Barcellona, e Rocco Mondello, 61 anni, residente a Ehingen. Nelle loro abitazioni , gli investigatori hanno sequestrato numerosi reperti archeologici, diversi documenti e, a Ehningen, 30mila euro in contanti. Accertamenti sono ancora in corso presso due importanti case d’aste a Monaco di Baviera.
Il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Alberto Bonisoli, commentando la notizia, ha dichiarato: “L’operazione ‘Demetra’, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con il coordinamento di Europol e Eurojust, che ha permesso il recupero di oltre 20.000 reperti archeologici siciliani e sgominato un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di reperti provenienti da scavi clandestini, conferma ancora una volta l’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo a questo reparto dei carabinieri specializzato nella tutela del patrimonio culturale e nel contrasto al traffico illecito di opere d’arte. Esprimo sincero apprezzamento per il lavoro svolto e ringrazio in particolare il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale”