LONDRA – Si è concluso dopo 15 mesi il restauro della splendida “Natività” di Piero della Francesca (datata intorno al 1480), custodita alla National Gallery di Londra dal 1874.
L’intervento, oltre a restituire al dipinto i colori molto simili a quelli originari, ha svelato nuovi dettagli, risolvendo anche un mistero di vecchia data. L’opera, infatti, non è un dipinto incompiuto, come si è a lungo creduto. Secondo i ricercatori del museo londinese il quadro rappresenta piuttosto una visione profonda e commovente della nascita di Cristo.
Il capolavoro, tra i può apprezzati della National Gallery, è stato restaurato da Jill Dunkerton, restauratrice senior presso il Museo, la quale ha assicurato interventi ridotti al minimo.
“La mancanza di ombre proiettate nell’immagine, precedentemente vista come un’indicazione che l’immagine era incompiuta – ha spiegato Dunkerton a “The Art Newspaper” – può ora essere vista come un’amplificazione di questo aspetto visionario”. Anche i pastori non erano affatto incompiuti, solo “orribilmente abrasi da troppa pulizia eccessiva” dei precedenti interventi di restauro. Per fortuna si conserva ancora il “bellissimo disegno sottostante” di Piero della Francesca. La restauratrice ha ridipinto solo parzialmente le figure, velando sottilmente le linee del disegno, senza rifinirle troppo.
Tra i risultati più sorprendenti dell’intervento di restauro, c’è anche la rivelazione di una della aree meno notevoli del dipinto: le piccole pietre grigie della struttura stabile dietro le figure. Qui, il ritocco della vernice abrasa ha rivelato una macchia di pietre più chiare, portando lo spettatore a rendersi conto che c’è, in effetti, un fascio di luce che irradia attraverso un buco nel tetto di paglia della stalla.