È comparsa questa mattina a Roma, nei pressi della sede della FIGC in via Giulio Caccini, una nuova provocatoria opera di street art firmata Laika. Il titolo è inequivocabile: The Bloody Match, “La partita insanguinata”. Un messaggio diretto e durissimo, lanciato a poche ore dalla partita tra Italia e Israele in programma questa sera a Udine.
Nel poster, un calciatore con la divisa della nazionale israeliana — numero 67, simbolico riferimento alle oltre 67.000 vittime palestinesi che, secondo l’artista, sarebbero state uccise nel corso del conflitto a Gaza — regge un fucile d’assalto, mentre tiene schiacciato sotto il piede un pallone insanguinato, con la scritta “Gaza” in arabo.
L’opera si inserisce in una lunga tradizione di denuncia sociale e politica portata avanti da Laika, che questa volta prende di mira il mondo del calcio, accusato di complicità e propaganda. “Questa partita è la rappresentazione dell’ipocrisia istituzionale — ha dichiarato l’artista — da una parte si escludono nazioni come la Russia, dall’altra si accoglie Israele, nonostante i crimini di guerra documentati. È la conferma che i crimini sono tali solo quando non li compie l’Occidente”.
Nel mirino non solo le federazioni calcistiche (FIGC, UEFA, FIFA), ma anche il governo italiano. Laika riprende le parole del ministro per lo Sport Andrea Abodi, che in agosto aveva definito Israele “il Paese aggredito”. “A Gaza, in due anni, sono stati uccisi 67.000 palestinesi: l’equivalente di uno stadio Olimpico pieno. Tutti morti, e il numero continua a salire”, scrive l’artista nel comunicato che accompagna l’opera.
L’appello è rivolto anche ai giocatori della Nazionale: “Vi auguro di giocare in uno stadio vuoto – scrive Laika – perché quella di stasera sarà una partita macchiata di sangue. Davanti a voi ci saranno undici sostenitori del genocidio più documentato della storia, e dietro di voi istituzioni sportive e politiche che ne sono complici”.
La conclusione è un invito alla mobilitazione civile: “Chi tifa per la giustizia e i diritti umani sarà in piazza, non allo stadio. Alle 17:30, in Piazza della Repubblica a Udine, al fianco del popolo palestinese, per denunciare il genocidio, l’imperialismo occidentale e il sistema di apartheid. Il cessate il fuoco non cancella la devastazione e gli orrori commessi”.








