FIRENZE – Da Confcultura arriva il primo parere legale positivo in Italia su una delle tendenze tecnologiche del momento, ovvero la titolarità dei diritti Nft (Non Fungible Token) per i beni culturali.
“La riproduzione legata a Nft, così come quella nel Metaverso (che spesso ospita proprio queste forme infungibili di token), possono essere considerate una estensione territoriale dei luoghi in cui già tale riproduzione viene commercializzata. In altri termini, chi per contratto può riprodurre una copia di un’opera d’arte e commercializzarla può ritenere di avere licenza di farlo anche con questi strumenti digitali, come gli Nft, che incorporano i diritti di riproduzione, e suo concessionario, non solo l’opera d’arte in sé”.
E’ questo il responso offerto dallo studio legale Franzosi-Del Negro-Setti, interpellato da Patrizia Asproni, presidente di Confcultura, di Fondazione Industria e Cultura e del Museo Marino Marini di Firenze, per fare chiarezza in un segmento di mercato in grande espansione, per aiutare le imprese a non farsi travolgere dagli eventi scatenati da questi oggetti unici digitali rivelatisi straordinariamente adatti al mondo delle opere d’arte e a tramutare tutto quanto: musei, collezionismo, mercato, marketing, diritti di riproduzione.
Asproni ha infatti chiesto allo studio legale delucidazioni sui diritti di utilizzo delle immagini dei beni culturali nell’ambito delle concessioni, inviandolo poi al Ministero dei Beni Culturali, determinato a pubblicare delle linee guida dopo vari casi saliti alle cronache – il più recente sull’opera di Michelangelo, Tondo Doni, della Galleria degli Uffizi, concessa in versione digitalizzata a un privato dotato di una tecnologia proprietaria. “Uno spirito di collaborazione pubblico/privato – spiega la presidente di Confcultura, le cui imprese socie sono titolari dei servizi in concessione per la riproduzione delle opere d’arte e loro commercializzazione – per dare una mano al Ministero in un’ottica positiva, perché in casi come questi è sicuramente meglio intervenire prima piuttosto che dopo”.
“La legislazione non riesce a stare al passo con le tecnologie. – Aggiunge Asproni – Gli Nft sono oggi una realtà che sta portando a trasformazioni epocali nell’arte e nella cultura. Bisogna capire che stiamo andando verso una ibridazione di ciò che abbiamo sempre considerato il marketing ma questo non significa che non possiamo comunque cercare di dare un ordine al settore, anche mentre accelera. Occorre regolamentare utilizzando le norme già esistenti per tutelare i diritti dei musei, delle gallerie, dei collezionisti, delle imprese che operano nel settore. Confcultura ha chiesto la redazione di un parere legale ad uno degli studi più importanti ed esperti nella materia per supportare il Mic e il legislatore in una materia ancora tutta da esplorare, al fine di ottenere riscontri di semplificazione e non di burocratizzazione in un contesto che cambia con rapidità quantistica”.
Secondo un recente studio di Statista, dal titolo “Dimensioni del mercato di Nft in diversi segmenti a livello mondiale 2018-2021”, il settore Art è cresciuto da 0,05 milioni di dollari a 2,1 miliardi di dollari in soli tre anni, escludendo Metaverso e Collectible. La cifra complessiva del valore dell’arte in Nft è difficilmente calcolabile, ma potrebbe attestarsi alla fine del 2022 in oltre trenta miliardi di dollari.